VELLUTO BLU

VELLUTO BLU

art by Michele Barbaro

Anno 1986
Di David Lynch
Scritto da David Lynch
Musiche Angelo Badalamenti, David Lynch
Montaggio Duwayne Dunham
Fotografia Frederick Elmes
Cast Kyle MacLachlan, Laura Dern,
Isabella Rossellini,
Dennis Hopper, Dean Stockwell,
Jack Nance, Brad Dourif,
Frances Bay, George Dickerson,
Hope Lange, Priscilla Pointer,
Jack Harvey, J. Michael Hunter,
Fred Pickler, Leonard Watkins,
Moses Gibson, Angelo Badalamenti
Produzione Fred C. Caruso, Richard A. Roth
Durata 120′
Titolo Originale BLUE VELVET

“Almost Blue” 7:54
Chet Baker
One Night In Tokyo (1987)

VELLUTO BLU

“Venga tu dall’inferno o dal cielo, che importa, Bellezza, mostro immane, mostro candido e fosco, se il tuo piede, il tuo sguardo, il tuo riso la porta m’aprono a un Infinito che amo e non conosco? Arcangelo o Sirena, da Satana o da Dio, che importa, se tu, o fata dagli occhi di velluto, luce, profumo, musica, unico bene mio, rendi più dolce il mondo, meno triste il minuto?”

Charles Baudelaire (1821-1867)

Dal buio della notte una voce angelica, albina, che vola verso il blu e lo infrange. Tende rosse avvolgono chi piange, chi sogna e chi forse è già spacciato, avvolgono qualcuno che urla e ride nella periferia, in un edifico fatiscente. “Una storia d’amore e di mistero … si tratta di un tizio che si ritrova contemporaneamente in due mondi diversi, uno piacevole, l’altro oscuro e terribile”. David Lynch dipinge “Blue Velvet”, con desiderio e follia come due facce della stessa medaglia, dove al sopravvento dell’una, dell’altra da qualche parte rimane comunque l’ombra. E’ l’ombra ad attirarlo, il regista ritorna alle sue ossessioni in un modo provocante e controverso. La storia è una vecchia cartolina sbiadita, ricordi d’infanzia, nei boschi di Spokane, una zona del nord-ovest americano simile a quella del film. Da bambino osservava minuziosamente il lavoro del padre ricercatore del Dipartimento di Agricoltura e i suoi esperimenti sugli insetti e le malattie del legno. Una carrellata, da togliere il fiato, in un prato si avvicina ad un orecchio mozzato, all’interno invaso da vermi. E’ l’oblio … un indizio, un omicidio misterioso. La fotografia è di Fred Elmes, che rende magnificamente irreali i colori della provincia (la staccionata, le rose all’inizio) e trova nel buio insospettabili sfumature cromatiche. Gioca con il blu e con il rosso, che assumono forme consistenti, “umane”. Del montaggio se ne occupa il futuro regista Dwayne Dunham. “Velluto Blu” segna inoltre la prima collaborazione con lo straordinario compositore Angelo Badalamenti, maestro di sonorità rarefatte e anni ’50, jazzista e studioso dell’elettronica. La meravigliosa e malinconica “Mysteries Of Love”, scritta da Badalamenti e Lynch e cantata da Julee Cruise, voce eterea e dolcissima, è la sorgente che sfocerà nelle indimenticabili melodie di “Twin Peaks”. L’uso di ballate pop come “Blue Velvet” di Bobby Vinton (una delle canzoni preferite dal regista) o “Love Letters” interpretata da Ketty Lester, inserite in una colonna sonora già da brivido, è ispirato direttamente dal geniale Kenneth Anger (1927) e dal suo immortale film “Scorpio Rising” (1964), vero campionario di cultura americana a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. “Jeffrey” (Kyle MacLachlan, perfetto!) e “Sandy” (Laura Dern) sono i ragazzi puri e candidi che apriranno una finestra che si affaccia su un mondo bizzarro, incubo depravato, regno del male dove tutte le maschere sono succubi o anormali, inquiete. Per l’improvvisato detective “Jeffrey” (che veste come Lynch!) l’indagine sarà una vera e propria iniziazione, alla violenza e al sesso. MacLachlan offre la sua migliore interpretazione dopo l’Agente FBI “Dale Cooper” in “Twin Peaks” e la Dern diventerà da questo film in poi una musa del regista (la rivedremo in “Cuore Selvaggio” e “INLAND EMPIRE”). Isabella Rossellini è “Dorothy Vallens”, magnetica cantante di night club sotto ricatto e “oggetto” di giochi sadomaso e perversioni di ogni tipo. La Rossellini (allora compagna di Lynch) ci regala un’interpretazione estrema, coraggiosa e intensa, di rado vista in tutta la storia del cinema (anni dopo Harvey Keitel ne “Il Cattivo Tenente” di Abel Ferrara avrà un ruolo per certi versi simile nella rappresentazione radicale del dolore e della sofferenza). Le disturbanti scene di nudo dell’attrice e la sua (presunta) immoralità suscitarono lo sdegno di Gian Luigi Rondi (non volle il film a Venezia) che si dichiarò: “disgustato e offeso dall’opera”. Rondi, solo un vecchio triste. Il film venne accolto da pesantissime critiche anche al festival di Cannes. Agli Oscar però il regista ricevette la sua seconda nomination per la “Miglior Regia” dopo “The Elephant Man” (1980). Nel ricco cast la parte del leone spetta comunque ad uno strepitoso Dennis Hopper. Il suo “Frank Booth” è uno dei killer psicotici più assurdi che io ricordi, ed inoltre l’attore (esperto consumatore di droghe) ha fornito a Lynch lo spunto per il tipo di sostanza stupefacente usata dal suo personaggio, il nitrito d’amile, più comunemente conosciuto come popper. Da antologia anche l’omosessuale interpretato da Dean Stockwell e la scena vintage in cui canta in playback e con una torcia per microfono “In Dreams” di Roy Orbison. Ovviamente ci sono anche quei pazzi di Jack Nance e Brad Dourif. “Velluto Blu” definisce con più precisione l’universo e il gusto estetico di Lynch (i telefoni, i suoni off, innumerevoli dettagli oscuri) e unisce una singolare attrazione/repulsione per il sadico e le situazioni inenarrabili con uno sguardo ricco di simboli e narrativa surreale. La maggiore, controversa e torbida pellicola degli anni ’80 ha nello “sguardo” la chiave di lettura … nella sequenza più carica di tensione, ma anche di sangue freddo, “Jeffrey”, nascosto in un armadio (metafora dello spettatore che guarda il film), assiste al violento stupro di “Dorothy” da parte dello psicopatico di “Frank”, e il suo occhio è quello di un voyeur (se ne ricorderà Clint Eastwood nell’ottimo “Potere Assoluto”). Lo stesso “Frank”, mentre la violenta, impone a “Dorothy” di “non guardarlo” e le ripete in maniera ossessiva di “fargliela vedere”. L’inizio e il finale sono tra i più audaci mai visti sul grande schermo … dietro l’apparente normalità di un uomo che innaffia in una soleggiata giornata di provincia, si annida il “male”, inaspettato, implacabile, ironico … da un massacro selvaggio e antispettacolare, ad un happy ending da fiaba che più romantico non si può … “E’ uno strano mondo!”. North Carolina, Lumberton, il posto dove la gente sa di quanti tronchi è fatto il pasto di un castoro, “Blue Velvet”, spleen, in un edificio alto c’è così tanto da uccidere e la paura prende piede aspettando il colpo fatale. Un’atmosfera che marcisce col tempo, coperta ora da un velluto color blu, che dà forma agli angeli … un ragazzo e una ragazza si amano, si baciano, sulle loro labbra la polvere di un riflesso infernale. E’ finita. “Dorothy” riabbraccia suo figlio, un pettirosso tiene in bocca uno scarafaggio.

“Chiuse gli occhi sperando che quella visione fosse soltanto il frutto della sua immaginazione sconvolta, ma quando li riaprì vide che accanto a sé giaceva proprio Ianthe che aveva nelle gote e nelle labbra il colore della morte.”

John Polidori (1795-1821)

Angelo Badalamenti … Un Suono Cupo

“Il mio mondo (musicale) è un po’ scuro … un po’ decentrato. Io penso a questo mondo come a qualcosa di tragicamente bello. Questo è il modo in cui descriverei quel che amo di più, tragicamente bello. Sono attratto dal genere noir e dal thriller. Amo comporre con al mio fianco il regista, che mi racconta le sue immagini, le sue atmosfere, i dettagli più intimi e spaventosi”. Angelo Badalamenti, Brooklyn, 22 marzo 1937. Nel suo destino la “Manhattan School Of Music” di New York, qui raffina in modo sublime il suo amore per il jazz. Negli anni diventa poi un appassionato studioso delle nuove frontiere dell’elettronica. Firma le sue prime melodie con il nickname “Andy Badale”. Il cinema lo scopre grazie a David Lynch che da “Velluto Blu” in poi ne farà una sorta di alter ego (Leone/Morricone, Cronenberg/Shore, Burton/Elfman, Spielberg/Williams, Fincher/Reznor … ). La colonna sonora di “Twin Peaks” vende oltre 3 milioni di dischi e lui viene conosciuto in tutto il mondo. Per rendere eteree le sue note Badalamenti abbraccerà spesso angeli dalla voce magica: Julee Cruise, Dolores O’Riordan … nel 1996 pubblica, con Tim Booth dei James e Bernard Butler dei Suede, l’album “Booth And The Bad Angel” che non è un successo. L’autore e musicista italoamericano recita, é anche altre persone, che non gli somigliano per niente: in “Velluto Blu” un pianista (anzi questo si che gli somiglia!) e in “Mulholland Drive” il produttore mafioso che sputa un caffè. Ha detto di David Lynch: “E’ semplicemente il mio miglior amico, quasi un fratello, un rapporto commovente, nella buona e nella cattiva sorte”. Angelo Badalamenti, il compositore più dark, tra New York e Los Angeles … un suono cupo.

DISCOGRAFIA:

Blue Velvet (1986), A Nightmare On Elm Street 3: Dream Warriors (1987), Cousins (1989), Wild At Heart (1990), The Comfort Of Strangers (1990), Music From Twin Peaks (1990), Twin Peaks – Fire Walk With Me (1992), The City Of Lost Children (1995), Booth And The Bad Angel (1996), Lost Highway (1997), Arlington Road (1999), The Straight Story (1999), Holy Smoke (1999), The Beach (2000), Mulholland Dr. (2001), Secretary (2002), Cabin Fever (2002), Evilenko (2004), Napola (2004), A Very Long Engagement (2004), Dark Water (2005), The Wicker Man (2006), Twin Peaks – Season Two Music And More (2007), The Edge Of Love (2008).