Rosa come Alfano, da oggi si riparte

Gianni Rosa Coordinatore Regionale Vicario Pdl

Prosegue il nostro dibattito tra i politici di casa nostra, all’indomani del recente voto per il rinnovo di 27 Comuni lucani. Dopo il segretario del Pd, Roberto Speranza, è la volta del Coordinatore Regionale Vicario del Pdl, Gianni Rosa.

“Da oggi si riparte” condivido in pieno l’affermazione dell’on. Alfano nuovo segretario politico del Popolo della Libertà, cui vanno i miei migliori auguri di buon lavoro. La tornata elettorale delle amministrative si è chiusa, con una netta sconfitta del nostro partito, sia nei maggiori centri italiani e sia in Basilicata. Il momento della riflessione sulle varie cause che hanno determinato questo risultato credo non sia giusto affidarlo ad un semplice ed estemporaneo comunicato stampa, la sede opportuna ed unica rimangono gli organismi politici del partito ai vari livelli. Ritorno però a rimarcare ancora una volta e con maggiore determinazione, in perfetta sintonia con il segretario politico nazionale, che ora anche in Basilicata è giunto il momento delle scelte e delle decisioni. E’ arrivato il tempo di non aver più indugi e cominciare a costruire il Popolo della Libertà. Uso il verbo costruire perchè dopo l’intuizione del Presidente del Consiglio che lanciò la prospettiva di un partito a vocazione maggioritaria, che potesse inglobare e sintetizzare tutte le varie anime del centrodestra, l’esperimento si è bloccato per vari motivi, tra cui anche la crisi che ha investito la compagine governativa alla fine dell’anno scorso. Il Pdl è rimasto una geniale intuizione, ma fondato su una “fusione a freddo” che ha impedito la nascita di un partito unitario, costruito sulla base degli iscritti e radicato sul territorio. Da tempo sostengo a più riprese che era urgente e etico lavorare affinché dessimo una struttura al Pdl fondata essenzialmente su due pilastri: il radicamento territoriale invece dell’attuale organizzazione a macchia di giaguaro e il coinvolgimento maggiore e reale dei nostri iscritti. Inoltre, dobbiamo trasferire ai lucani una chiara visione politica, va bene il memorandum sul petrolio quale strumento concreto per creare anche da noi quello sviluppo tanto atteso, ma a tutto ciò aggiungere la nostra idea di sviluppo dell’impresa e del lavoro, la nostra idea di sanità e dello stato sociale, cosa vogliamo per l’agricoltura e per il turismo. Dobbiamo far capire ai lucani, con atti concreti e con un’opposizione una volta per tutte concreta e determina, a tutti i livelli dal singolo comune, alle province ed alla regione, che noi rappresentiamo l’alternativa a questo centrosinistra lucano che oggi appare imbattibile e che è l’unica causa dei problemi irrisolti della Basilicata.

Ne sono sempre maggiormente convinto, anzi aggiungo che ora è vitale operare e lavorare per questa prospettiva. Alla dirigenza regionale e provinciale chiedo il coraggio delle scelte e l’impegno di adoperarsi per Pdl aperto, innovativo e inclusivo di nuove energie, ai nostri militanti uno scatto di orgoglio e senso di appartenenza ai valori della Libertà, del liberalismo politico e sociale e della passione civile, mettendo da parte anche gli errori del passato che ci sono stati e farne preziosa esperienza per non ripeterli in futuro.
Per questo mi rivolgo sopratutto ai simpatizzanti, ai militanti, agli amici che culturalmente ci sono vicini, ai giovani che credono nei valori della meritocrazia e della libertà degli individui a sostenere quello che è il nostro progetto comune ed al quale abbiamo dedicato tempo, passione, fatica e sentimenti. Invito in questo momento di cambiamenti politici e sociali a rimanere ancora più fermi nei nostri ideali di un centrodestra moderno ed europeo ed invito a costruire assieme il Popolo della Libertà in Basilicata, tutti assieme dal primo dirigente all’ultimo iscritto in ordine di tempo. Sono sempre ottimista, ma di quell’ottimismo fondato sulla passione, sulle energie e valori condivisi, che ci hanno permesso di stare assieme in un grande partito nazionale e che ci può permettere di farlo diventare ancora più grande, forte e reale alternativo ai massimalismi delle sinistre e dei doroteismi lucani.