Il ruggito del leone: la Basilicata alla 68ma Mostra del Cinema di Venezia

A destra: il critico cinematografico Armando Lostaglio

La Mostra del Cinema di Venezia è ogni anno un concerto di novità e passione e a scandirne il ritmo sono i suoi film, gli attori e i registi presenti in sala, i fischi e gli applausi al termine delle proiezioni o in conferenza stampa e infine la corsa della critica a scrivere di notizie e impressioni in tempo reale. Ma Venezia è anche il coro che partecipa all’unisono alla Mostra e che si armonizza alla melodia del programma ufficiale tramite una ricca offerta di eventi collaterali alla kermesse, quali presentazioni, piccole proiezioni, occasioni d’incontro e di dibattito tra arti o artisti emergenti che promuovono le loro opere inedite. La novità di quest’anno, però, è che la 68ma edizione del Festival ha voluto anche la partecipazione, sia al programma della Biennale che nell’ambito degli eventi collaterali in contemporanea al Lido, di tre personaggi lucani: un affermato critico cinematografico e giornalista, una giovane autrice e una cantante di fama nazionale.

Al di fuori del programma ufficiale della Mostra rientra infatti, fra gli eventi collaterali del lido, la prima iniziativa lucana – organizzata in collaborazione con il Sindacato nazionale dei Giornalisti Cinematografici (SNGCI), presieduto da Laura Delli Colli, e con Cinemadamare, alla presenza di Franco Rina – che ha visto come protagonista il critico cinematografico nonché giornalista lucano Armando Lostaglio il quale ha organizzato il 6 Settembre, nella sala CinecittàLuce dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, la proiezione del suo documentario Albe dentro l’imbrunire, un breve quanto intenso viaggio tra racconti e memorie di alcuni anziani ospiti della casa di riposo Virgo Carmeli, fondata a Rionero in Vulture da Maria Luigia Tancredi. Il verso del titolo, tratto da una canzone di Battiato, insieme alla canzone I vecchi di Claudio Baglioni fanno da filo conduttore al documentario e tessono insieme le emozioni dei protagonisti e dei loro ricordi raccontati come fossero albe sull’imbrunire delle loro esistenze; uno spiraglio di luce nel buio della sopravvivenza quotidiana fra racconti e memorie, fra poesia e impegno civile.

La partecipazione di Vania Cauzillo, docente dell’associazione culturale L’Albero a Melfi, passa invece e direttamente per il red carpet della Biennale grazie alla professionale nonché brillante collaborazione con Alessandro Piva, autore del documentario Pasta Nera, presentato nella sezione Controcampo Italiano a questa 68ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il documentario ricostruisce con precisione e sobrietà uno dei tanti episodi italiani di altruismo e generosità che hanno contribuito alla rinascita del Paese nell’immediato dopoguerra; eventi di cui spesso non si parla o non si ha notizia. Non siamo infatti agli anni del “sorpasso” economico o delle conseguenze della “dolce vita”. I temi sono ancora quelli dei sentimenti di un popolo straziato dal conflitto e dal regime ma fatto anche di generosità e intelligenza, come ci ha raccontato il nostro cinema neorealista grazie a grandi maestri quali Vittorio De Sica o Roberto Rossellini. Pasta Nera riscopre così la sensibilità italiana del dopoguerra e racconta, dopo sessant’anni, la storia di centinaia di militanti politiche di sinistra che si impegnarono per salvare dall’abbandono e da un futuro incerto gli orfani e i bambini più disperati del nostro Sud, riportando tra le immagini e i documenti di quel racconto le testimonianze di coloro che furono i bambini di allora e delle loro vite di cui, senza quest’atto di generosità, parlerebbero diversamente. E’ anche per questo che la Giuria del Premio FEDIC (Federazione Italiana dei Cineclub), presieduta da Ernesto G. Laura, ha assegnato all’unanimità una menzione speciale al documentario “per aver saputo rievocare un episodio storico dimenticato di grande solidarietà utilizzando materiale di repertorio, interviste e riprese originali con una particolare abilità di montaggio”.

Ma se a Vania Cauzillo si riconosce il merito di aver curato personalmente la ricerca d’archivio che ha contribuito a rendere così ineccepibile il premiato documentario di Piva, più frizzante è invece la partecipazione dell’ultima protagonista lucana alla Mostra. Sbarca così al lido un’ironica e inconfondibile Arisa che ha tentato un salto dalle note ai fotogrammi recitando nel nuovo film di Ricky Tognazzi: Tutta colpa della Musica (già in sala anche in Basilicata). La simpatica cantante lucana, infatti, non delude nel suo debutto come attrice nel coro di star del film in cui un anziano protagonista riscopre il senso brioso della vita proprio “per colpa della musica”. Ricky Tognazzi e la moglie Simona Izzo, co-sceneggiatrice della pellicola, hanno visto qualcosa di talentuoso in Arisa, cosa che lei stessa non riesce a capire, come rilascia in alcune interviste. Per chi ha assistito alla proiezione, però, le remore della cantante lucana non trovano giustificazione poiché in molti confermano un debutto simpatico e tutt’altro che deludente, in linea con il genere e le poche pretese di un film che si presenta come una divertente e leggera commedia (all’)italiana.