Il Retroscena sofferente

I familiari delle vittime portano dentro di loro un dolore che il trascorrere del tempo non estingue, ma nutre di ricordi che si affollano come incubi nella quotidianità, di sentimenti contrastanti nei confronti degli assassini in ragione del crimine compiuto e del trattamento loro riservato dalla giustizia, del senso di impotenza di fronte al nuovo corso che ha preso la vita, del risentimento nei confronti delle istituzioni che li lasciano soli nel provvedere a necessità di cui non avevano alcuna esperienza.
Nel disordine dei protocolli di primo intervento, nella loro farraginosa inconcludenza, c’è questa insensata avvertenza di fare in fretta perchè la stampa ha le sue esigenze e capita che non si riesca a contenerla, che la notizia giunga in modo sciagurato.
Si commettono moltissimi errori sulla scena del crimine e vediamo magari medici-legali senza cuffia, imbraccialettati con mille perline, che non cambiano spesso i guanti e tanto altro ancora e così poi si arriva al punto di compromettere le indagini e la repertazione.
Molti omicidi potevano essere evitati perchè preceduti da altre forme di reato come maltrattamenti, violenze psicologiche, stalking, lesioni, che se fossero stati tenuti nella giusta considerazione dalla Pubblica autorità forse avrebbero evitato il peggio. Invece che cosa succede spesso? Che il maresciallo di turno magari si faccia sberleffo della donna che denuncia comportamenti delittuosi, magari le dice anche di non sporgere denuncia perchè si tratta di liti familairi ecc.
Negli ultimi decenni il Consiglio d’Europa e l’Unione europea hanno promulgato diverse disposizioni per la tutela delle vittime di reati gravi, tra i quali gli omicidi, a cui gli Stati membri sono stati invitati a conformarsi (a partire dalla Convenzione europea relativa al risarcimento delle vittime di reati violenti del 1983 fino alla Direttiva 2004/80/CE del 2004).
L’Italia risulta essere uno tra gli ultimi Stati europei a non avere ancora adeguato il sistema legislativo, giudiziario ed istituzionale alle politiche comunitarie ed internazionali.
L’attuale legislazione del nostro Paese prevede, infatti, solo alcuni Fondi di solidarietà per il risarcimento ad alcune tipologie di vittime che creano discriminazioni categoriali: fondo a favore delle vittime del terrorismo, fondo a favore delle vittime di estorsioni e usura, fondo di garanzia per le vittime della strada.
E per le vittime di altri reati?
ESISTE LA FONDAZIONE EMILIANO-ROMAGNOLA PER LE VITTIME DEI REATI.
Dalle ricerche in letteratura risulta che in Italia non esistono studi che indagano le condizioni ed i bisogni dei familiari di vittime di omicidio e gli effetti generati dall’evento tragico.
Gli studi disponibili provengono prevalentemente dagli Stati Uniti, si riferiscono a ricerche sulla popolazione americana e confermano la gravità e la complessità delle conseguenze subìte dalla cosiddette surviving families e la necessità di supporti materiali, psicologici, medici, giuridici e sociali.
OCCORRE UNA TUTELA DELLA VITTIMA E DEI FAMILIARI ATTRAVERSO UN’ASSISTENZA MATERIALE, GIURIDICA E PSICOLOGICA, MANCANDO UNA LEGGE DI RIFERIMENTO, NON ESISTONO STRUTTURE IN GRADO DI OFFRIRE SUPPORTI SPECIFICI ALLE FAMIGLIE.