“Cantava l’anno”, la musica come racconto e profezia

Ha riscosso notevole apprezzamento lo scorso fine settimana la presentazione del libro “Cantava l’anno- mezzo secolo di storia attraverso le canzoni” di Rocco Di Bono, edito dalla fondazione “Nuove Proposte”.

L’iniziativa organizzata dal comune di Potenza e “Zer0971”, associazione di promozione sociale, si è svolta nella Cappella dei Celestini di Palazzo Loffredo, e rientra nell’ambito dell’VIII edizione della manifestazione culturale “Lettere d’Autore”.

Sono intervenuti al dibattito il giornalista Armando Lostaglio e gli avvocati Rocco Saracino e Giuseppe Vendegna, presidente di “Zer0971”.

Un excursus lungo gli avvenimenti più significativi della seconda metà del Novecento e le colonne sonore dei cantautori e dei gruppi che hanno fatto la storia della musica. Raccontati dall’esperienza e dalla conoscenza dei presenti, e accompagnati da contributi audio e video dei brani e degli interpreti più rappresentativi del panorama musicale mondiale.

Dal rock usa degli anni ’50 alla nascita contemporanea in Europa e oltreoceano della protest song dei ’60.
Da Bob Dylan e la sua “Blowing in the wind” a Domenico Modugno con la sua “Volare”. Senza dimenticare Luigi Tenco e la “scuola genovese” di cui fanno parte Bindi, Lauzi, De Andrè e Paoli.

Dal flower power degli anni ’70 culminati nei grandi concerti di Woodstock e Wight, il Vietnam, gli anni di piombo italiani e la legge sul divorzio e la rifondazione del diritto di famiglia. Dai Beatles, Morrison e Hendrix a Battisti e Jannacci.
Dai Clash, Ramons e Pink Floyd, che con “Another brick in the wall” raccolgono la sfida del neoliberismo di Margaret Thatcher, alla nascita delle radio private (Eugenio Finardi “La radio”).

Passando attraverso la disco music degli anni ’80 rappresentativa del bisogno di scrollarsi di dosso un clima plumbeo, da noi nel modo peggiore rispetto all’Inghilterra e agli Usa “dando vita ad un decennio dove tutto sembrava essere ma non era nulla – ha affermato Vendegna- Un fuggire in realtà da un impegno musicale e politico. La nascita della tv commerciale, delle firme, dei paninari. Era soltanto un apparire e tutto aveva a che fare con l’effimero” (Raf, “Cosa resterà di questi anni ’80).

Fino agli anni ’90 con le guerre dei Balcani e la nascita del movimento no global. “Elio e le storie tese” rappresentano perfettamente il nostro Paese con “La terra dei cachi”.

L’incontro si è rivelato una piacevole e stimolante riflessione sulla storia e, indissolubilmente, sulla storia della musica.
“Una lunga passeggiata nel tempo – ha definito Di Bono- attraverso il potere delle canzoni di essere profetiche e specchio della realtà nella quale sono immerse. Di essere al contempo evocazione e provocazione, ritratto e seme del cambiamento”.