PROVA SCRITTA ESAME DI AVVOCATO: CONSIGLI

La prova scritta dell’esame di avvocato è molto faticosa poiché negli Atenei non ci si esercita alla stesura di pareri o di atti.
Scrivere bene è estremamente difficile per i laureati in giurisprudenza che hanno affrontato soltanto prove orali nel percorso universitario e si sono allontanati dalla scrittura (escludendo la redazione della tesi, gli ultimi veri elaborati risalgono all’esame di maturità).

La difficoltà maggiore deriva dalla scarsa esperienza dei praticanti-candidati nell’affrontare questioni giuridiche concrete.

Consultando la documentazione fornita dal cliente, con l’ausilio di testi di dottrina, di banche dati, con il confronto con il dominus ci si abitua solo a redigere l’atto giudiziario, non certo il parere (più lontano dall’esperienza maturata nella pratica).
Nella seconda giornata di esame, gli unici elementi a disposizione del candidato sono la traccia del parere penale (a scelta tra due questioni proposte) e il codice commentato con la giurisprudenza.
Per poter affrontare in modo sereno la prova scritta, in primo luogo, occorre utilizzare testi con un taglio più pratico e più approfondito a livello giurisprudenziale attraverso uno studio assolutamente non nozionistico o mnemonico.
Si consiglia, di approfondire, soprattutto, la parte generale del diritto penale, in quanto sarà in questo modo possibile padroneggiare anche le questioni di parte speciale.
In sede di esame, si può utilizzare il codice commentato con la giurisprudenza che, per certi versi, è molto più utile di un manuale. Acquisito un buon metodo di lavoro, nella peggiore delle ipotesi si potrà approfondire l’argomento in sede di esame, in quanto l’importante è avere chiaro in mente, come si effettua un ragionamento giuridico e come si deve strutturare il parere.
Può essere senz’altro utile, nelle fasi iniziali, leggere, in modo approfondito, pareri già svolti onde avere un primo approccio tangibile con il parere motivato (ben diverso dal tema assegnato nei concorsi).