La gemma pura della danza: Claudio Coviello

Un incontro promosso dall’associazione musicale Tumbao, con il giovane ma già affermato ballerino lucano Claudio Coviello, nell’ambito della rassegna Gocce d’autore, giunto alla sua terza edizione. L’artista classe 91’ e origiGiselle-Parigi-31-gen-2015-Claudio-Coviello-Teatro-alla-Scala-0416nario di Potenza, è stato il protagonista di una lunga intervista, realizzata dalla giornalista Eva Bonitatibus nel piazzale del vicoletto Branca, in pieno centro storico, alla presenza di curiosi e simpatizzanti, desiderosi di conoscere più da vicino quella che è a tutti gli effetti una eccellenza lucana, recentemente nominato primo ballerino del prestigiosissimo Teatro alla Scala di Milano.

La conversazione è stata l’occasione per conoscere gli esordi del ballerino potentino nel mondo della danza, della sua attività e dei suoi progetti futuri. Roberto Bolle, étoile a livello internazionale, ha definito Claudio Coviello “gemma pura” della danza, mentre Carla Fracci ha parlato di lui come un “artista dalle grandissime qualitàˮ.

Come è nata la tua passione per la danza?
Avevo cinque anni e mi piaceva danzare, ascoltando musica e partecipando a balli di gruppo al mare. Ho cominciato a studiare danza a Potenza, nella scuola Loncar. Inizialmente non ero molto appassionato alla danza classica, che trovavo per lo più noiosa. A dieci anni sono entrato alla scuola dell’Opera di Roma, ho lasciato Potenza, cambiato vita, fortunatamente supportato dalla mia famiglia, sempre pronta a fare sacrifici. Credo che un ruolo decisivo per quel che mi riguarda sia stato sempre mantenere una buona dose di umiltà nel tempo.

Quale è la tua giornata tipo?
Mattina lezione di danza classica, previo riscaldamento e al pomeriggio ci si dedica alle prove, da quelle costumi alle luci, passando per le scene, in base agli spettacoli da preparare ed in programma. Si lavora tante ore.

Un invito ai giovani come te?
Seguite sempre e comunque le vostre passioni, abbiate tenacia e voglia di migliorare i vostri difetti e limiti.

Le parole di Claudio Coviello ne Il Lucano Magazine in edicola