Trame: racconti di Rocco Mentissi per pianoforte solo

Rocco MentissiSe stessi, la propria intimità, non sempre si rivelano nella solitudine dei posti vuoti, lì… dove è possibile evitare la moltitudine. A volte per alcuni, spesso per pochi, può essere una ricerca che si lascia ammaliare nel vortice di un supporto fonografico che gira e suona in un lettore cd.

Trame, scritto in bianco con la “emme” in rosso sulla fotografia artisticamente modificata di una lampada, è la copertina del lavoro discografico di Rocco Mentissi. Ciò che lega questo titolo all’essenza della musica incisa nel disco rimanda ad una separazione, una scissione fra le lettere e me; un gioco di parole, intimo, semplice, che allude ad un viaggio interiore attraverso quel filo che costituisce la parte trasversale del proprio mondo per raccontarsi, tessendo con le note le trame della propria esistenza, della propria testimonianza.

Sotto la direzione di Pasquale Cappiello, sempre attento alla produzione artistica di qualità sul panorama internazionale, il poliedrico artista Rocco Mentissi, ci propone un lavoro discografico di dieci brani e un preludio per pianoforte solo.

Gare n. 1 è il primo componimento del disco, titolo che in francese significa stazione, non a caso; è una melodia metafora del viaggio: attraverso luminescenti galassie di armonie e costellazioni di note, il pianoforte sembra essere l’astronave che conduce in una nuova avventura musicale.

Beata Solitudine è un inno alla solitudine, condizione assai cara agli artisti ispirati perché madre di serenitá e di mentissi-webspensieratezza, premessa necessaria per l’atto creativo. Per Delia è un brano dedicato alla sua “Musa” come ama definirla l’artista stesso, la donna della sua vita. E’ un brano serenamente gioioso, che si conclude con tanto di cadenza perfetta, dove la nota sensibile che sale di un semitono per risolversi sulla nota fondamentale del brano, ripristina la quiete, il ritorno sempiterno a casa, dalla propria amata: la sola dimora.

Trame, è un disco che arriva diretto, che puoi sparare a palla dai “multiwatt” di enormi subwoofer e casse, insieme ad altri mille che affollano la stessa piazza insieme a te senza intaccare nemmeno di un attimo la sensazione che quelle note stessero suonando solo per te.

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