Lo spirito festoso di Venosa

L’albero di Natale allestito in piazza Ninni con bottiglie d’acqua organizzato dall’associazione Alda Merini di Venosa in collaborazione con i commercianti e le associazioni del Centro Storico. Un modo per sensibilizzare la cittadinanza verso il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema senza rinunciare ai sapori e ai colori natalizi. L’albero-chiosco realizzato nel bel mezzo di via Tangorra in direzione piazza Castello, che fa da proscenio al magnifico castello gesualdiano.
Un’enorme slitta con Babbo Natale in trono, trainata dalle immancabili renne. Un’esplosione di luci che è stata allocata in tre diverse location, di fronte alla villa comunale, nel mezzo dello struscio domenicale, in data 7 dicembre; in piazza Castello in data 21 dicembre con alle spalle la statua di Orazio che, però, al di là della slitta, brilla di luce propria e…dulcis in fundo…la Notte della Vigilia di Natale, la slitta con il Babbo rosso, regnava maestosa davanti alla chiesa del Purgatorio e dinanzi alla magnifica statua di Cardinal De Luca di cui quest’anno sono stati onorati i dovuti festeggiamenti.
La gioventù venosina, tornata a casa per le vacanze natalizie, e quella che vive perennemente nella cittadina oraziana, ha trovato una sorpresa sotto l’albero, non rinunciando alla tentazione di fotografarsi, magari in coppia, sotto la maestosa creatura natalizia. Molte altre sorprese hanno caratterizzato questo breve periodo festivo: concerti, canti natalizi, mercatini di solidarietà (a cura della Caritas) e la grande festa in piazza con l’esibizione di alcuni gruppi, a ritmo di taranta con gli Scazzicapieti.
Il 5 gennaio a cura dell’Associazione commercianti di Venosa e con il contributo dell’amministrazione comunale e il supporto delle associazioni del Centro Storico si è svolta La Notte della Befana con il concerto finale degli Scazzicapieti, posticipo della “Notte di Capodanno”, rinviata per causa neve. Nonostante le temperature gelide, alcune comitive di giovani si sono riunite in Piazza Castello per scaldarsi al suono della taranta salentina; quasi per esorcizzare il freddo, tra giubotti, sciarpe e capelli di lana, si sono lasciate andare al ritmo frenetico di chi fermo non sa stare. Un modo per brindare alla fine del treno natalizio con l’auspicio che l’Epifania, che tutte le feste si porta via, lasci nell’animo la volontà di ricominciare la routine quotidiana scacciando via tutte le negatività e guardando avanti con spirito positivo.
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