Il futuro è già tradizione

1Ben trovati , il titolo di questo pezzo racchiude in se il senso di una evidente realtà in cui sempre più spesso ci imbattiamo, prendendo spunto dalla nota vicenda che ha visto coinvolto il noto chef Carlo Cracco , in tempi non sospetti con il comune di Amatrice, patria della meravigliosa amatriciana, della quale lui ha dato una personalissima interpretazione, spacciandola per tradizionale e che ha visto insorgere in modo furibondo l’intera comunità di Amatrice che si è vista in un attimo non solo violentata nella peculiarità della sua prelibatezza ma anche defraudata da un messaggio poco attinente al dato storico “tradizionale” della ricetta, a poco o nulla sono valsi i tentativi dello chef pluri stellato che ha motivato la sua scelta come un’iniziativa del tutto personale, dettata dal piacere più che dalla tradizione, ovviamente una gaffe di questa portata da parte di uno chef che viene visto come un ambasciatore della cucina Italiana nel mondo non può essere perdonata tanto più se l’errore, anziché essere ammesso, viene camuffato come una “scelta” personale.

Certo in un’epoca in cui la cucina viene sempre più spettacolarizzata e tutti si sentono un po’ chef diventa difficile scindere l’aspetto umano dettato dal gusto dalle imposizioni che il tempo e soprattutto le tradizioni impongono, dico questo perché oggi in un momento in cui l’esasperazione delle cucina e soprattutto del ruolo del cuoco viene vissuta come l’apice di uno status sociale diventa effimero qualsiasi tipo di pensiero o idea in merito : “diciamo la verità infondo siamo tutti grandi chef e soprattutto siamo tutti troppo bravi per il popolino che vive il cibo come una necessità/abitudine e non come passione di vita, ed ecco quindi scatenarsi l’irrefrenabile impulso d’imporre la nostra idea, la nostra ricetta la nostra tradizione, ma da dove parte la megalomania e soprattutto dove conduce? Ci sono i cosiddetti grandi chef che si arrogano il diritto di giudicare, sentenziare sul lavoro di altrettanto bravi colleghi, che sono un po’ meno telegenici e che invece di fare masterchef, o la prova del cuoco o qualsiasi altra trasmissione, li trovi a lavorare nei ristoranti o alberghi, ma che nessuno lo dica….non è li che devono stare….roba da pazzi sporcarsi le mani e cucinare, 2ma che lo facciano gli altri, io faccio lo chef”!!!

Parlano di metodi di cottura, di alimentazione sana, di cucina molecolare ed intanto impongono regole del tutto personali e fini a loro stessi e questo per naturale conseguenza, in quanto tutto è dettato dal gusto, dalla terra in cui ti trovi, dalle condizioni ambientali, avete mai parlato di alta cucina a chi a pranzo deve baciare a terra se ha un piatto di riso…non credo avrebbe grande interesse. Nell’anno dell’ expo2015, dedicato all’alimentazione, in cui una carte mondiale sulla nutrizione e l’alimentazione verrà redatta mi auguro che si riesca realmente a regolarizzare o meglio a dare delle linee guide anche in materia di etica, ovviamente addentrarsi ulteriormente in questo campo ci porterebbe a perdere di vista la condizione di partenza, ogni tanto bisognerebbe ricordarsi che i cuochi per eccellenza sono è sempre saranno le mamme e le nonne e tutti quelli che da sempre si preoccupano di alimentare i propri cari, è li che nasce la tradizione, è li che nascono i metodi di cottura, è li che nascono le idee rivoluzionarie ed innovative della cucina, poi e soltanto poi…. ci sono i “grandi chef”.

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