Presentazione del libro “Grasso che Cola” di Antonio Grasso

Quando un detto, di poche battute, vale più di mille parole. In questo caso parliamo di aforismi, come quelli che costellano – dall’inizio alla fine – “ Grasso che COLA – Ci sarebbe da piangere. Ma prendiamola a ridere”, il primo libro pubblicato dal giovane giornalista lucano Antonio Grasso. L’autore ha presentato il suo volume a Potenza venerdì 15 maggio, presso la sede di Basile Experience, attraverso un confronto-intervista con Teresa Lettieri, esperta di comunicazione e design, e la giornalista Mariolina Notargiacomo, conduttrice de “La Nuova Tv”. Presente anche il noto vignettista Mario Bochicchio, lucano con numerose ed illustri collaborazioni alle spalle presso alcune delle maggiori testate giornalistiche nazionali (tra cui “ Libero”) ed autore della vignetta di copertina del libro.

Nato a Stigliano nel 1980, Antonio Grasso è iscritto da circa dieci anni iscritto all’Ordine dei giornalisti di Basilicata. Collaboratore de “ La Nuova Basilicata/ La nuova del Sud”, dal 2002 al 2008, dal 2008 al 2009 ha diretto la testata online “OlivetolucaNotizie”, collaborando – nel contempo – con “ Il Resto”, settimanale poi divenuto quotidiano. Ideatore e conduttore, dal 2010 al 2013, il programma di approfondimento “RESET – La politica al punto di partenza”, sulle frequenze di Radio Laser. Attualmente è redattore della testata online Sassiland.com oltre che curatore di uffici stampa relativi alla promozione di eventi artistici e culturali. Il libro, pubblicato per la Zaccara Editore, è un condensato di aforismi e battute. Non solo. In esso vengono riproposte piccole ma significative pillole di saggezza popolare – lucana e non solo – sui temi più disparati e di interesse IMG-20150515-WA0014pubblico, riletti in chiave umoristica, dove gli elementi ironici ed autoironici mettono in risalto l’intelligente e profonda riflessione operata dall’autore, il cui intento è quello di denunciare – attraverso la satira – il generale e dilagante malcostume italiano, a partire dal contesto politico, da quello nazionale a quello prettamente lucano. Non a caso l’appellativo Grasso Che Cola – scelto come titolo del volume – fa riferimento sia al paradossale status fisicoanagrafico dell’autore, sia alla dimensione pubblica e alla sfera del quotidiano, contrassegnate da una forte negatività, metaforicamente rappresentata proprio dall’immagine del grasso e specchio di un quadro generale sostanzialmente da buttare, fatta eccezione per quella residua parte di grasso che “cola”, appunto. Una minima parte rispetto al tutto, quasi uno strappo o eccezione che conferma la regola. Il libro si sofferma anche sul contradditorio ruolo dei partiti, specchio riflesso di un sistema politico ricco di paradossi e pieno di limiti. Non mancano pensieri rivolti alla difficile, strana e ambigua “convivenza” dei lucani col petrolio, ma anche al problematico rapporto fra giovani e lavoro. O meglio di un qualcosa che sempre più ragazzi – specie laureati – stentano a conoscere, vista la sconcertante penuria di “occasioni” occupazionali. Così come non poteva mancare uno “sguardo” sulla diffusione e la pervasività dei moderni social network, che hanno modificato la struttura genetica della moderna comunicazione di massa.

Il volume che nel complesso contiene 12 sezioni, introdotte da una prefazione a cura del collega e filmaker Salvatore Verde, è acquistabile nelle migliori librerie lucane. Durante la presentazione potentina, è stato messo in luce il carattere autoironico del testo, “ un manuale della risata” – l’ha definito la Lettieri – che spazia dall’eros alla religione, dalla politica al lavoro trattati con insolita intelligenza e irriverenza allo stesso tempo. Una cospicua parte è rivolta al mondo politico italiano e lucano, spessissimo distanti dalla vita reale della gente comune e da quella quotidiana del paese. La condanna, in un certo senso è netta, come ricorda lo stesso autore in riferimento ad una sua trasmissione telefonica “ nella quale ebbe un battibecco terminologico con l’onorevole Cosimo Latronico, che avrebbe ripetutamente sottolineato il concetto di essere stato eletto presso uno dei 2 rami parlamentari, quando è invece risaputo che – con la vecchia legge elettorale (il Porcellum ndr) – la consuetudine è quella di essere “nominati direttamente dai partiti”. Gli aforismi contenuti in “ Grasso che COLA” nascono da “ letture di giornali, da scambi social e dalle conversazioni con anziani e abitanti dei nostri paesini lucani, spesso depositari di una saggezza non alla moda, ma senz’altro profonda ed acuta. Ricca di contenuti, a dispetto della sua origine “popolare”.

Spesso – ha ricordato l’autore – le annotavo su foglio per essere sicuro di non dimenticarle. Per poi essere regolarmente trascritte la sera al pc. Il IMG-20150515-WA0020vignettista Mario Bochicchio, dal suo canto, ha sottolineato la straordinaria capacità di queste massime di sferrare attacchi, ma sempre mantenendo fermi il massimo rispetto e mostrando una grande eleganza. Come quella con cui si attacca ironicamente il populismo dilagante attraverso il quale si sono fatti strada partiti come Lega Nord e Movimento5Stelle, capaci di acquisire ed accrescere consensi grazie ad indiscusse capacita comunicative, che parlano “alla pancia del paese”, facendo – cioè – leva sui problemi più diffusi e sentiti dalla stragrande maggioranza della gente o comunque buone fette della popolazione. Situazioni simili sono rese possibili del resto dal mutamento del ruolo politico del popolo, sempre “ sovrano nel prenderlo nell’ano”, e della natura del voto e dei partiti: si è, infatti, passati “dal voto per partito preso al voto per partito perso”, e raccolto proprio da movimenti come quelli sopracitati. Ma leggiamo alcune massime per dare un’idea di quanto aspetta i futuri lettori di “ Grasso che COLA”: “ Si apre una nuova fase. E’ la frase più vecchia della storia della politica italiana”; “ Hanno ucciso l’Unità. E’ stata la divisione”; “Giovanardi relatore del decreto sulle droghe. Una nomina stupefacente”. Non meno esilaranti, ad esempio le massime della sezione calciofilia, dedicata allo sport nazionale più seguito, chiacchierato di Italia, tratto simbolico e distintivo dell’essere italiani “ ossia l’indossare dalla nascita una casacca”: “Siamo un Paese patologicamente affetto da tifo e partigianeria oltremisura”.