Si è aperto il sipario sulla settima edizione di Materadio

Con un concerto proposto al centro Tre Torri del rione San Giacomo dal fisarmonicista Simone Zanchini che ha utilizzato la musica di Casadei mischiandola con le più moderne espressioni del jazz si è aperta giovedì la settima edizione di Materadio, la Festa di Rai Radio3 organizzata da Rai Radio3 e dalla Fondazione Matera-Basilicata2019. Ad aprire il pomeriggio, ancora una volta, come nelle altre 6 edizioni precedenti, gruppi musicali lucani emergenti che si sono esibiti in diretta radiofonica nazionale dal palco di piazza San Francesco. Questa volta è toccato a due gruppi, gli Epochè, di Ferrandina, che hanno proposto il loro repertorio Lo-Fi nel quale il violino elettrico si sposa con una convincente sezione ritmica, e Antonio Langone, classe ’88, di Satriano di Lucania, cantautore fuori dagli schemi che ha proposto i suoi brani che parlano di tempo perduto e tempo ritrovato.
Subito dopo spazio a Fahrenheit con Marino Sinibaldi e Loredana Lipperini che, sul palco dell’Auditorium Gervasio, hanno aperto una riflessione sul tema di questa settima edizione “Radici e percorsi” collegato ai cluster del dossier di Matera2019 con Paolo Rumiz, Gianluca Favetto e Ferdinando Mirizzi.
Gianluca Favetto ha raccontato le storia del suo viaggio da Forlì a Matera nell’ambito del programma radiofonico chiamato For.Mat. “Ho incontrato uomini e storie straordinarie lungo gli Appennini, storie spesso dimenticate a cui ho cercato di dare voce. Storie che hanno forti radici con il passato, ma che sono capaci di esprimere il presente e di guardare il futuro con fiducia. Matera è un pezzo di questo cammino, e rappresenta ciascuna delle nostre città”.
Rumiz ha offerto, dal suo canto una interpretazione degli Appennini in senso musicale: “La montagna è un luogo musicale molto più espressivo della pianura. E su queste montagne si incrociano culture e musiche diverse ogni 5 chilometri.
Luoghi che però devono affrontare e superare spinte contraddittorie come le costruzioni pesanti”.
Non sono mancati riferimenti al cambiamento delle città come il crescente turismo a Matera: “Un fenomeno che non può essere lasciato al suo destino, ma che va governato proponendo cose che hanno a che fare con il territorio”.
E Ferdinando Mirizzi, docente all’Unibas: “Cosa trovano a Matera i viaggiatori? Una città rapidamente trasformata subendo processi non avendoli promossi”.
Subito dopo, in piazza San Francesco, la prima delle 8 tappe del filo rosso “Radici e percorsi” con Tiziano Scarpa e la Scuola di Musica Elettronica e Applicata del Conservatorio di Musica “E. R. Duni” di Matera MaterElettrica.
Dallo stesso palco la voce di Monica Piseddu che ha interpretato il romanzo di Michela Murgia “Accabadora“, premio Campiello 2010. Dal testo che parla di Sardegna alla musica di Canio Loguercio, musicista lucano che si è esibito con un progetto speciale, il collettivo instabile di musica popolare d’autore. Insieme alla sua voce e chitarra, Emmanuele Curti, alla voce, Alessandro dìalessandro, organetto, Giuseppe Spedimo Moffa, chitarre e zampogna, Mario Mazzenga, basso, Arnaldo Vacca, percussioni, Marzio Del testa, batteria, Rocco De Rosa, Tastiere, Giuliana De Donno, arpa, Manuel Tataranno e Simone Cammisa, voce.
Dopo Hollywood party che ha ospitato, sempre in diretta, i registi materani, Giuseppe Stasi e Gianluca Fontana, il regista Francesco Munzi e l’attore Marco Leonardi, gran chiusura in piazza San Giovanni con Elio e Francesco Micheli che hanno provato a raccontare l’opera di Vincenzo Bellini