“Il triduo Pasquale” Tra fede e cultura prendono vita numerose manifestazioni

Con la domenica delle Palme, quest’anno il 25 marzo, inizia un percorso di penitenza per i tanti Cristiani della nostra bella Lucania.
Un percorso preceduto da un periodo di quaranta giorni di astinenza e del digiuno ecclesiastico, ripercorrendo spiritualmente Cristo Gesù nel deserto, un periodo di preghiera e di carità, un percorso di preparazione alla Pasqua che comincia con il mercoledì delle ceneri e termina in concomitanza con l’inizio del triduo Pasquale.
Il triduo Pasquale è una rievocazione degli eventi del Mistero pasquale di Gesù Cristo, quali: l’istituzione dell’eucarestia, il sacerdozio ministeriale, il comandamento dell’amore fraterno, la passione, morte e discesa agli inferi.
Ed è proprio con la mesa vespertine in Cena Domini che si apre il Triduo Pasquale, che termina con la resurrezione nel giorno di Pasqua.
Sono tante le manifestazioni in tutta la regione a ricordare il triduo Pasquale.
La mattina del giovedì Santo viene celebrata la messa crismale officiata dai vescovi delle diocesi lucane ove vengono benedetti gli oli e consacrato il crisma. Durante la celebrazione eucaristica i numerosi sacerdoti che prendono parte alla mensa eucaristica rinnovano le loro promesse sacerdotali e ricevono in dono gli oli consacrati per la celebrazione dei sacramenti.
Ricevono loro il crisma di salvezza, olio misto a profumo, utilizzato pe il sacramento del battesimo, della confermazione e dell’ordine sacro.
Viene utilizzato per primo sacramento per simboleggiare l’incorporazione al sacerdozio del crisma del battezzato. Ma non solo. Viene utilizzato, per il dono dello Spirito Santo, per ungere il palmo delle mani dei presbiteri e il capo dei vescovi, ma anche per ungere le pareti e l’altare di una chiesa per la sua consacrazione.
Insieme al crisma di salvezza nel rito del battesimo viene utilizzato anche l’olio dei catecumeni come segno di fortezza nella lotta contro il peccato.
Infine l’olio degli infermi, utilizzato per l’ultimo dei sette sacramenti, l’unzione degli infermi, dove la Chiesa raccomanda al Signore gli ammalati sofferenti perché Egli alleggerisca le loro pene e li salvi.
Nel pomeriggio la messa in Cena Domini e il rito della lavanda dei piedi prima della visita degli altari della riposizione del Santissimo.

A potenza Mons. Salvatore Ligorio ha celebrato il rito della lavanda dei piedi insieme ai detenuti nelle carceri di Potenza.
“Lavare i piedi vuol dire mettersi al servizio soprattutto di questa gente che ha bisogno di un calore umano di una accoglienza di una testimonianza di fede. Il Vescovo è padre e deve essere vicino soprattutto dove ci stanno delle fragilità”.
Queste sono le parole dell’arcivescovo, ai microfoni della TGR, ritornato tra i detenuti la domenica di Pasqua per la celebrazione dell’Eucarestia
Inoltre, è stata organizzata anche, in vista del Triduo Pasquale, la Via Crucis tra i detenuti credenti e non.
Ed è proprio il giorno del venerdì Santo ad essere il giorno più intenso, il giorno della Passione. Il giorno in cui Cristo Gesù viene condannato a morte. Campane a riposo, altare spoglio e Crocifissi coperti da un velo viola, simboleggiano una giornata di lutto e di Passione.
Numerose sono state le manifestazioni in questo giorno solenne nella nostra Regione.
La manifestazione della Via Crucis a Oppido Lucano, considerata una delle più belle d’Italia, organizzata dal gruppo Recupero Tradizioni locali di Oppido Lucano.
La storica Via Crucis del Vulture-Melfese, di Barile, organizzata dal comitato Sacra Rappresentazione “Via Crucis” di Barile. La manifestazione con oltre 100 figuranti ha più di 400 anni, una processione muta e profonda nata nella metà del 1600. Un corteo che racchiude le origini albanesi del paese con la cultura cristiana.
All’interno del corteo, famosa è la figura della zingara con numerosi gioielli raccolti dalla stessa prima di Natale. Essa simbolo della cultura Arbëreshë, soddisfatta per le sofferenze di Gesù, rappresenta il male.
Il corteo si conclude con la statua del Cristo morto e della Madonna addolorata, ma ospita anche personaggi profani come il Moro e il Malco
Ma non dimentichiamo le new entry. Si aggiunge alla lunga lista delle manifestazioni sulla Passione di Cristo il gruppo eventi della Parrocchia Maria SS del Carmelo di Sant’Angelo di Avigliano con la sua prima edizione de “la Passione di Cristo”. L’evento, svolto nel pomeriggio del 30 marzo, ha preso il via in Piazza XVI dicembre con le scene del processo del Cristo.
Gesù viene arrestato nell’orto degli ulivi da alcuni soldati, dopo il tradimento di Giuda, e portato dai Sommi Sacerdoti e successivamente da Pilato, che non trovando in lui nessuna colpa, invita i soldati a portare il Cristo da Erode.
Erode mette subito alla prova il Cristo, ma data la sua astinenza, infuriato, lo rimanda da Pilato, che concede il potere nelle mani popolo che deciderà di liberare Barabba e crocifiggere Cristo Gesù. Pilato non trovando il lui nessuna colpa si lavò le mani e consegnò loro Gesù.
Allora i soldati iniziarono a flagellare il condannato, deriso dalla zingara, gli misero un mantello rosso, una corona di spine, una canna nella mano destra e una pesante croce.Successivamente il corteo si è spostato da piazza XVI dicembre per le vie della frazione di Sant’Angelo di Avigliano, preceduto da tre bambine vestite di bianco (tre Marie) con in mano una Croce dello stesso colore del vestito, ripercorrendo le tappe della Via Crucis: le tre cadute di Gesù, l’incontro con Maria, con il cireneo, l’omaggio ricevuto dalla Veronica e l’incontro con le pie donne, fino ad arrivare al Golgota, luogo della crocifissione.
Qui furono crocifissi anche due malfattori, una destra e l’altro a sinistra e una volta spogliato Gesù dalle vesti e inchiodato alla croce, un temporale annunciò la sua morte.
Maria accoglie tra le braccia il corpo del figlio, tutta la gente commossa si è recata in chiesa per il rito del venerdì santo.
Emozione, pianto e sofferenza hanno caratterizzato questa prima edizione de “la Passione di Cristo” della piccola frazione del territorio di Avigliano.
Ancora una volta si è potuto notare il lavoro di gruppo che caratterizza questa comunità. La voglia di andare avanti, migliorare gli eventi del gruppo, ma soprattutto crearne nuovi e questo è il risultato.
Il triduo pasquale termina con la risurrezione di Cristo Gesù, domenica di Pasqua, 1 aprile, termina questo periodo buio, questo periodo di sofferenza per i tanti cristiani lucani che vivono il periodo della quaresima, ma soprattutto la settimana Santa con passione. Le campane riprendono a suonare a festa, l’altare rivestito sono segni di festa e gioia di una Pasqua di Resurrezione.

Donato D’Andrea