Matera 2019, futuro aperto anche per i detenuti. Un protocollo tra Fondazione e Amministrazione Penitenziaria

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L’ articolo 21 della Costituzione definisce e tutela la libertà di stampa. Nell’ordinamento penitenziario, invece, è la norma che regola l’accesso al lavoro esterno dei detenuti, la seconda tappa del percorso previsto dalla legge Gozzini per accompagnare i carcerati verso il reinserimento sociale già durante l’espiazione della pena. È grazie a questa norma che quattro detenuti accederanno al lavoro esterno presso la Fondazione Matera Basilicata 2019, servendo la comunità impegnata nella straordinaria avventura della capitale europea della cultura.Attraverso il lavoro esterno, preceduto da un percorso di formazione, i detenuti hanno la possibilità di essere protagonisti del proprio reinserimento, acquisire delle competenze, esprimere ciò che hanno di più profondo, migliorare la qualità della vita, propria e di chi lavora con loro, riacquisire dignità e autostima, scegliere una cultura differente rispetto a quella criminosa di provenienza, diventare persone diverse. Nello specifico i detenuti potranno lavorare alla pulizia e alla manutenzione del complesso del Casale, alla piccola manutenzione degli uffici, ad attività di supporto logistico per il trasporto di piccoli materiali, sorveglianza di aree aperte al pubblico, collaborazione agli allestimenti.A questo scopo oggi pomeriggio è stata firmata una convenzione tra Amministrazione penitenziaria e Fondazione Matera Basilicata 2019. Sono intervenuti il presidente della Fondazione Salvatore Adduce, Giuseppe Palo, Funzionario di staff del Provveditore per la Puglia e la Basilicata, Michele Ferrandina, Direttore della Casa Circondariale di Matera, Walter Gentile, Responsabile dell’Area pedagogica, il Comandante Capo Ballisario Semeraro, Agostino Riitano, project manager supervisor della Fondazione, Paola Lopes, project manager della Fondazione, Giovanni Oliva segretario generale e Danilo Lista del segretariato generale della Fondazione.”Abbiamo convenuto con il direttore Ferrandina – commenta il presidente della Fondazione Salvatore Adduce – che il carcere fa pienamente parte del contesto urbano. Purtroppo si rendono necessarie certe barriere ma nel limite del possibile cerchiamo di ridurle: portando detenuti al lavoro esterno, svolgendo attività culturali dentro le mura. Proprio perche anche in questo caso si possano inverare il nostro slogan. Open future. Un futuro aperto”.Il direttore Ferrandina ci spiega che “l’attivita di formazione e di lavoro esterno si svolge in base a una nuova modalità prevista dall’ordinamento penitenziario per l’articolo 21: il lavoro volontario di pubblica utilità. Anche in questo caso, ovviamente, resta necessaria l’autorizzazione del magistrato di sorveglianza”Questa azione sociale rientra nella collaborazione tra la Fondazione Matera Basilicata 2019 e l’Istituto penitenziario materano, a partire dai valori del dossier di candidatura, come il coraggio e l’accessibilità, e del concetto di “cittadinanza culturale” che vede nell’abitante permanente o temporaneo di Matera 2019, e quindi anche nel detenuto, non un semplice fruitore bensì un co-produttore dei contenuti culturali. La Casa Circondariale di Matera diventa quindi uno dei luoghi della produzione culturale di Matera 2019.Un altro filone importante è proprio quello delle produzioni culturali. In autunno ha già avuto luogo in carcere il progetto Shame Lab, ideato e condotto da Antonella Iallorenzi, esperta in teatro sociale, inserito nel più ampio progetto teatrale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 “La poetica della vergogna”, co-prodotto da #reteteatro41, network di quattro compagnie teatrali lucane, e Fondazione Matera Basilicata 2019 in partnership con Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce, Artopia (Fyrom), Qendra Multimedia (Kosovo). Una riflessione intensa, condivisa e raccontata attraverso gli scatti fotografici del Web Team di Matera 2019 che documenta gli incontri di Antonella Iallorenzi con i detenuti.Il progetto – partito a metà settembre – si è concluso il 23 novembre con un esito finale aperto al pubblico, dopo un percorso con i detenuti sul tema della “vergogna” e sarà dunque un’ulteriore tappa della ricerca sulle declinazioni della “vergogna”.Nell’ambito del progetto “La poetica della vergogna”, il carcere di Matera diventerà inoltre un luogo di fruizione della programmazione culturale di Matera 2019, con la possibilità per i cittadini permanenti e temporanei di entrare in contatto con tale realtà e poterla guardare in modo diverso. Il teatro della Casa Circondariale ospiterà infatti la fase di produzione e il debutto del progetto previsto a marzo 2019 con la creazione di una performance di teatro e danza, “Humana vergogna”, con la regia di Silvia Gribaudi ed un cast selezionato tra i partecipanti nazionali ed internazionali al Workshop diretto da Radosław Rychcik (Campi Salentina 3-7 novembre 2018) e alla residenza artistica di Skopje (26 novembre-15 dicembre 2018) diretta da Sharon Fridman, Silvia Gribaudi e Jeton Neziraj.

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