Françamente..me ne infischio! Carlos França vola in alto, via col vento

39 anni all’anagrafe, ma molti, molti meno quelli che dimostra in campo: Carlos França sembra non voler smettere di stupire e regalare emozioni uniche con il pallone incollato al suo magico piede sinistro. Lo scorso 10 marzo (in occasione del 30° Turno di Serie C – Girone C), il numero 9 del Potenza ha deciso l’ennesima partita – contro il Rieti – nell’unico modo che conosce e gli è congeniale: salendo alto in cielo per incornare di testa, portando ancora una volta i 5.000 del Viviani di Potenza in paradiso. Decimo sigillo personale dell’asso brasiliano nel campionato di Serie C, campionato in cui, a 39 anni, Carlos ha esordito appena quest’anno, senza risentire affatto del salto di categoria. “Mi reputo un uomo fortunato – confessa França -, perché tutti i sogni che il mio cuore desiderava sin da bambino, con l’aiuto di Dio insieme alla personale speranza di riuscire a realizzarli, ora sono realtà”. Eppure, a inizio stagione, qualcuno mugugnava una litania del tipo: “Carlos non potrà giocare tra i professionisti, ormai è vecchio”. C’era chi, in sostanza, considerava la ‘pellicola calcistica’ del bomber brasiliano giunta ai titoli di coda. D’altronde – sempre a ricordare i critici – Carlos il ‘suo’ l’aveva fatto: la scorsa stagione, a 38 anni, con 25 reti, riportava il Potenza nuovamente in C, dopo più di dieci anni. Il “Pallone d’oro di SerieD”, ricevuto a suggello di una fantastica annata? Ideale finale, per molti, di un ideale film “Bomber di Dio”. “Ogni grande film, – continua il numero 9 brasiliano del Potenza – dopo aver avuto successo apre sempre a un sequel, no? Dopo la grande stagione dell’anno scorso in D, che realmente è diventata un film qui a Potenza (La stagione dei Leoni), ho deciso di accettare una nuova sceneggiatura, una nuova sfida, sì: continuare a giocare, da protagonista, in serie C. E per la prima volta in carriera. La realtà ha davvero superato la più fervida immaginazione”. Carlos França rientra in quella tipologia d’atleta esemplare, un po’ in via d’estinzione, per il quale “Non c’é separazione tra campo e vita, anzi, tutt’altro. Il calcio – si confessa França – è sempre stata la mia vita ma, rispetto a quando ero bambino e immaginavo solo di voler ‘sfondare’, oggi mi accorgo che c’è di più: del calcio mantengo vivo il suo sentimento principale, la pura passione. Grazie a essa, infatti, vivo quei valori di lealtà, fiducia, sacrificio e speranza per me imprescindibili; e quindi, sì, è grazie al calcio se oggi posso essere strumento di armonia e benessere per tutte le persone a me vicine”. Le persone, alcuni incontri rivoluzionano completamento certe esistenze, con la potenza di stravolgere copioni e scalette, finali che, da drammatici, diventano fantastici: “Le persone sono il dono più grande che abbiamo: grazie all’incontro con la gente ciascuno di noi, nel confronto, si definisce, scegliendo che tipo di persona voglia essere. Quando mi sono ammalato per un tumore alla colonna vertebrale, ho avuto la forte tentazione di arrendermi e lasciare, ma grazie alla grande donna che era al mio fianco, mia moglie Camilla, ho lottato e vinto la battaglia. Senza l’entusiasmo e la fede di Camilla non avrei compreso che il progetto di Dio su di me era nelle sue mani, e che quindi non avrei dovuto mai temere altro affidandomi a Lui. Oggi io non sarei qui, a 39 anni, senza il calore della gente di Potenza, per me e la mia famiglia; non avrei realizzato mai il sogno di giocare finalmente tra i professionisti senza il sostegno dei miei compagni di squadra, o senza la fiducia incondizionata che mister Raffaele ha avuto nelle mie capacità sin dal suo primo allenamento. L’ ‘altro’ ti ‘salva’, sempre”. Come ieri in area su Brumat, Carlos França non vuole smettere di volare, di segnare volando, con il suo Potenza, via col vento. E se alla ‘prima’ del suo sequel “Bomber di Dio”, sul red carpet, ci fosse ancora qualche ostinato a punzecchiare sull’anagrafe della punta brasiliana, Carlos assicura: “Françamente..me ne infischio!”