GIORNATE MONDIALI: LA CELEBRAZIONE COME ESPEDIENTE DI RIFLESSIONE

C’è la giornata della donna, quella per la libertà di stampa, per i bambini africani e poi quella della filosofia, dell’acqua, dell’Alzheimer … e molte altre ancora. Su 365 giorni 190 sono le giornate mondiali in favore di qualcosa, talvolta sovrapposte. Ma perché ce ne sono così tante? Chi si cela dietro questo movimento internazionale delle giornate mondiali? Qual è il loro scopo?

Noi, i sindacati professionali, il Papa, l’ONU:

Fra le 190 giornate mondiali, novanta sono quelle dell’Onu e le sue agenzie: le proposte avanzate dalle Nazioni Unite devono essere votate dall’Assemblea Generale ma tutte le agenzie intergovernative possono a loro volta proclamare le giornate mondiali e solo in seguito chiedere il sostegno dell’ONU. A seguire i promotori più attivi sono le chiese, le ONG, le associazioni, i sindacati professionali e infine i cittadini. Tali giornate sono proclamate in date significative come la giornata della memoria il 27 gennaio, giorno di liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, ma non mancano doppi appuntamenti come accade per quella della pace fondata dall’Onu il 21 settembre 1981, e quella voluta da papa Giovanni Paolo II il primo gennaio 1979; i cittadini hanno fondato quella dei blog il 31 agosto, mentre i sindacati quella sulla sicurezza dei lavoratori. A stilare un elenco ci ha pensato un pubblicitario francese Vincent Tondeaux sul blog www.journee-mondial.com  che oltre a creare il calendario spiega chi e perché ha fondato tale giornata.

Per non dimenticare, rivendicazione dei diritti, oltraggio morale.

Le motivazioni sono fra le più disparate tutte però con il nobile intento di sensibilizzare le società su temi rilevanti; ma per dare voce a tali iniziative serve capacità organizzativa e abilità/possibilità mediatica, non sempre è facile trovare chi dia lo spazio per approfondire situazioni e realtà ignorate ai più. Facile dunque che la maggior parte delle giornate per quanto afferiscano a temi scottanti non siano filtrate tanto quanto quelle “consuetudinarie”; è ciò che accade per la giornata in favore delle vittime di amianto 28 aprile, quella per le vittime di tortura il 26 giugno.

In Basilicata sembrano avere più eco quelle dedicate alla salute: Sepsi, Diabete, Alzheimer, Vita; organizzate direttamente dall’azienda sanitaria locale che non manca di promuovere eventi per ricordarci che la conoscenza e la prevenzione sono fondamentali.

Insomma le giornate mondiali sono tante, nascono e si moltiplicano freneticamente; ma viene da chiedersi quale sia il tipo d’informazione e quali i risultati in termini di partecipazione. Il più delle volte sono le radio che annunciano tali ricorrenze accanto magari all’elenco dei compleanni di personaggi famosi, oppure si organizzano concerti come nel caso dell’Earth Day; ma allora si tratta solo di strategia mediatica internazionale? Stando ai dati ufficiali non ci sono miglioramenti effettivi: come per esempio la classifica della libertà di stampa di R.S.F.; oppure quella di Amnesty International sul rapporto dei rifugiati di guerra.

Ma, allora, le giornate mondiali sono “molto rumore per nulla”?