Effetti Covid sulla lingua: novità e cambiamenti lessicali

Inevitabilmente l’esplosione della pandemia di Covid-19 ha cambiato anche il nostro modo di parlare, facendo entrate nel lessico quotidiano nuovi termini e lo slittamento semantico di altri.

Il primo dizionario ad adeguarsi è stato l’Oxford English Dictionary, che con due aggiornamenti straordinari in aprile e in luglio 2020 ha pubblicato una serie di nuove parole ed espressioni, diventate ormai di uso comune nella lingua inglese.

Non da meno, in Italia, ha fatto lo Zingarelli, lo storico dizionario della lingua italiana edito da Zanichelli.

Il vocabolario assolve anche la funzione di raccontare la nostra storia attraverso le parole, ha registrato gli sviluppi dell’italiano e anche i mutamenti culturali e del costume; oggi racconta di un presente per vari aspetti drammatico, fatto di distanziamento sociale, di terapia intensiva, di ventilazione assistita, di sanificazione degli ambienti, di paziente zero, di DAD (didattica a distanza), e così via. Tutte parole che ormai ascoltiamo e ripetiamo ogni giorno, da mesi.

Abbiamo bisogno che la nostra lingua si modifichi per poterlo esprimere e quindi nascono parole nuove; oppure accade che termini che prima avevano un significato lo cambino e lo adattino a nuovi contesti. È il caso del verbo tamponare usato oggi con il senso tecnico di eseguire un tampone per una diagnosi. Ma anche espressioni come sono una persona positiva, da sempre indicatore di persona ottimista, ma oggi  rimanda ormai alla positività rispetto all’infezione. Da sempre genera confusione il fatto che positivo abbia un significato, paradossalmente, negativo nel lessico medico; oggi il termine si carica di una negatività di fondo che ci spinge a non adoperarlo.

Già sappiamo che l’anno prossimo, per lo Zingarelli 2022 sarà inserito il celebre neologismo lockdown, termine anglofono che però non è così adoperato in madrepatria. Infatti, nella versione inglese dell’Oxford English Dictionary, si legge la differenza tra self-isolation (autoisolamento) e shelter in place (sinonimo di lockdown). Stanno anche emergendo differenze locali; nel Regno Unito, per l’espressione “quarantena volontaria” si usa, in effetti, il termine self-isolation, mentre negli Stati Uniti si preferisce self-quarantine.

Alcune espressioni hanno persino cambiato significato. Sheltering in place, che prima indicava la ricerca di un riparo durante un evento circoscritto come un tornado o una sparatoria, ora si riferisce ad un periodo prolungato d’isolamento sociale.

Con il loro tipico humour, i curatori inglesi non hanno resistito alla tentazione di aggiungere al loro Dictionary anche parole assolutamente nuove, “costruite” dalla fusione di altre parole: è il caso di maskne (l’acne causata dall’uso della mascherina), zoombombing (l’intrusione di sconosciuti in una videoconferenza) e covidiot (chi ignora le raccomandazioni per la sicurezza di tutti).

In tutta Europa, i principali editori di dizionari stanno mettendo a punto gli aggiornamenti post-Covid della loro lingua.

L’emergenza sanitaria ha evidenziato quanto sia importante una lingua, la condivisione comune. Ci ha reso comunità.