La Basilicata non sarà la nuova terra dei fuochi

La pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, vede anche alcune zone della Basilicata fra le aree indicate dalla Sogin. Uno smacco che la Regione non accetta. In questi ultimi anni le attività volte a rilanciare l’economia della Regione sono state tante e permettere l’insediamento di strutture per lo smaltimento di scorie radioattive vorrebbe dire vanificare il lavoro svolto.

Risposta secca quella del presidente della Regione Vito Bardi e l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa che hanno escluso categoricamente la possibilità di far insediare un eventuale deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Subito dopo la pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito, le parole rese pubbliche dal presidente Bardi e dall’assessore Rosa sono state chiare. La Regione non appoggerà nessuna ipotesi di ubicazione, nel territorio lucano, del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

Prima della pubblicazione ufficiale non vi era stata nessuna dichiarazione che facesse pensare a questa possibilità. Bardi e Rosa hanno sottolineato quanto anche per la Regione fosse una notizia appresa solo in seguito alla pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee. Inoltre vi è la certezza della contrarietà del popolo lucano espressa 17 anni fa quando fu indicato il sito di Scanzano Jonico.

La Basilicata è già provata dall’impatto ambientale che deriva dal contribuire in maniera rilevante al bilancio energetico del Paese con le proprie risorse naturali. Il territorio non può essere ulteriormente gravato da una attività che potrebbe mettere a rischio il lavoro svolto negli ultimi anni per cercare di rilanciare economicamente la Regione. Lo sviluppo sostenibile è alla base delle manovre economiche messe in atto.

Una possibilità, quindi, da escludere categoricamente visti i piani di sviluppo e rilancio economico della regione previsti per i prossimi anni. La Basilicata con le proprie ricchezze naturali e la terra vergine del quale dispone è un territorio ancora da esplorare e da valorizzare.

Inoltre in Basilicata, a Rotondella provincia di Matera, da anni lavora un sito di stoccaggio di scorie “ad altissima attività” e la Basilicata è sede di estrazione di idrocarburi. Tutti motivi che vanno ad avvalorare la forte decisa e rigorosa contrarietà di tutti i colori politici che si trovano uniti a dire NO.

In questa occasione è stato anche ricordato lo scempio ambientale che ha avuto luogo durante la prima industrializzazione degli anni 60. Errori che non si possono più commettere.

Per discutere delle zone indicate nella Carta delle aree potenzialmente idonee per l’ubicazione del  deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, vi sarà una consultazione pubblica e Bardi e Rosa sono intenzionati a produrre una serie di osservazioni negative che andranno a motivare il NO della Regione.

Gli organismi regionali coinvolti, Arpab, sindaci interessati e presidenti delle Province, si riuniranno per discutere e approfondire ogni aspetto della vicenda.

La Basilicata non diventerà la nuova terra dei fuochi!