SCOTELLARO RESTITUITO A SCOTELLARO

Rocco Scotellaro, poeta-sindaco e non sindaco-poeta: una formula inversa che permette di restituire Scotellaro alla sua infanzia, alla sua formazione, ai suoi sentimenti e non ad un mero strumento di propaganda socialista. Promotore di quest’iniziativa di restituire Rocco Scotellaro alla sua identità originaria, è il prof. Giovanni Caserta, autore del libro “i cent’anni di Rocco Scotellaro 1923-2023. Dalla cronaca al mito”, recante una fascetta su cui è scritto “Scotellaro, restituito a Scotellaro”. Il volume è una raccolta dei saggi e degli articoli scritti dal prof Caserta su Rocco Scotellaro negli ultimi 60 anni. Se ne ricava un excursus biografico che va dalla formazione presso i Frati Cappuccini di Sicignano degli Alburni, in cui il giovane Scotellaro conosce la religione dei poveri, alla maturità classica, senza dimenticare la sua impronta socialista, retaggio della miseria in cui era cresciuto in qualità di figlio della civiltà contadina. Ne emerge il ritratto di un uomo socialista nell’animo non di un tesserato del Partito Socialista, il ritratto del poeta, autore della raccolta “E fatto giorno”, pubblicata postuma, vincitrice del Premio Viareggio nel 1954, non dell’umile pupillo di Carlo Levi in grado di smuovere le acque del sud attraverso una presa di coscienza del mondo contadino. La poesia di Rocco Scotellaro costituiva una novità nel panorama letterario di quegli anni, dominato dalla prosa del Neorealismo. Il suo meridionalismo, la matrice contadina fanno trapelare una profonda sensibilità poetica? L’occhio critico di Caserta vuol sondare fino a che punto le problematiche sociali siano state rappresentate e come l’interesse per il mondo contadino da parte di Scotellaro si sia tradotto in versi. “L’arduo compito – puntualizza Caserta – è quello di affidare Scotellaro ad una critica più ampia e non ad una ristretta cerchia di amici, affiliati al Partito Socialista o al Movimento Comunità di Olivetti, che ne hanno fatto un’icona di partito. Occorre curare un’antologia, effettuando una cernita all’interno della sua produzione e proporre Rocco Scotellaro non come poeta-contadino ma come un poeta che proviene dal mondo contadino”.