Belisario (Idv), no a colpi di machete sull’art. 18. Oggi in piazza con i lavoratori

A poche ore dalla manifestazione indetta dalla Cgil per protestare contro la manovra del governo, registriamo l’intervento del senatore Felice Belisario dell’Italia dei Valori.

“Se devono essere fatte le modifiche al welfare, è necessaria la concertazione di tutti: dai lavoratori alle imprese. Non si può certo procedere a colpi di machete come fa il Governo, inserire la modifica dell’articolo 18 in un decreto importante come la manovra finanziaria dimostra che la maggioranza rappresenta a mala pena se stessa ed è distante anni luce dal Paese reale”. Lo dichiara il Capogruppo dell’Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario. “Maggioranza e Governo – aggiunge – sono tanto inetti e incapaci nel far quadrare i conti, quanto eccellenti e impareggiabili nel distruggere il mondo del lavoro. Con la modifica all’articolo 18 si ferisce a morte la dignità dei lavoratori con il solo effetto di moltiplicare la disoccupazione. Dare a chiunque il diritto di ‘ignorare’ lo Statuto dei lavoratori, oltre che iniquo, significa cancellare in un sol colpo 40 anni di lotte dei lavoratori senza neanche interpellarli. L’IdV non può consentire che la crisi sia il pretesto per fare qualsiasi nefandezza. Arrivati a questo punto, la responsabilità dell’opposizione, a cui siamo stati chiamati dal Capo dello Stato, non sarà solo quella di approvare la manovra in tempi brevi e certi, ma anche quella di modificare, pancia a terra, quella che per ora è solo una ricetta per il declino. L’IdV oggi scende in piazza a fianco dei lavoratori per manifestare contro tagli crudeli che, come sempre, colpiscono i piu’ deboli. Lo sciopero promosso dalla Cgil appartiene a tutti gli italiani, ed è il grido di sdegno della società contro un governo, crollato nei consensi,  che non vuole discutere, che divide i lavoratori e i sindacati e che difende i soliti furbi e mariuoli. Tutto il Paese è in mobilitazione contro questa manovra, il Governo  -conclude Belisario- ne prenda atto, oppure si dimetta”.