Giornalisti e ambiente: pianificare per prevenire il dissesto idrogeologico

Il rischio desertificazione in Italia, le piene dei fiumi e le risorse idriche. Questi i temi su cui è proseguito il confronto tra docenti e partecipanti al Corso di formazione ambientale che si sta svolgendo al Castello di Miglionico (MT) organizzato da Rai Basilicata e Università degli Studi  della Basilicata, con i patrocini di Ministero Ambiente, Regione Basilicata, Confindustria, Ordine dei Giornalisti, Ferpi e con il sostegno di Enel. Temi di straordinaria attualità su cui si stanno concentrando le ricerche di molti scienziati nel tentativo di capirne le cause e mettere a punto le possibili soluzioni.

Secondo Agostino Ferrara dell’Università degli Studi della Basilicata “il degrado e la desertificazione del territorio e degli ecosistemi (LEDD) ostacolano il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile e accrescono la vulnerabilità delle regioni colpite”. Le risposte positive alle LEDD sono quelle che mirano a prevenire il deterioramento delle risorse e a proteggere e a preservare l’ambiente.

Il nostro Paese è fortemente esposto in materia di dissesto idrogeologico eppure “non c’è la dovuta attenzione alla pianificazione e all’aggiornamento dei piani di assetto idrogeologico (PAI)” come ha osservato Vito Iacobellis del Politecnico di Bari.

L’acqua, bene primario di assoluta necessità per la vita, non è una risorsa infinita e facilmente disponibile per tutti. Si prevede che entro il 2050 circa metà della popolazione mondiale (oltre 4 miliardi di persone) vivrà in Paesi in cui si avranno problemi cronici di reperimento di risorse idriche. Di questo è convinto Salvatore Manfreda dell’Unibas secondo il quale “l’aumento della popolazione e gli effetti dei cambiamenti climatici determinano un’elevata criticità per la gestione delle risorse idriche”. Le previsioni parlano di un aumento delle temperature medie di circa 2-3 gradi centigradi entro il 2090 con una possibile riduzione delle precipitazioni soprattutto nel Sud Italia. La limitata disponibilità dell’acqua comunque non ne ha frenato il consumo che nei Paesi Occidentali soprattutto negli Stati Uniti è molto elevata. In Italia “l’uso idrico per persona è tra i più alti al mondo. I consumi diretti sono pari a 350 litri per abitante al giorno e quelli complessivi – tra diretti e indiretti -raggiungono addirittura i 2500 lt/ab/gg”.

Venendo ai problemi legati alla stabilità del suolo va detto che l’Italia è un Paese geologicamente giovane e pertanto soggetto alle frane.
“I danni causati dalle frane rappresentano 1,5 per mille del Pil e il nostro Paese è secondo solo al Giappone per costi sostenuti. Dal 1400 ad oggi in Italia si sono contate 10.555 vittime, 2.019 solo nel Vajont di cui il prossimo anno ricorre il 50esimo anniversario dalla tragedia”.

In conclusione sono state anche riportate, come prassi del corso, le buone notizie sull’ambiente. E’ emerso che dopo carta, plastica e vetro sono i mozziconi di sigaretta l’ultima frontiera del riciclaggio. Negli Stati Uniti c’è la doppia tendenza a prevedere un rimborso di 1 centesimo per ogni cicca recuperata, come a New York, e le maniere forti decidendo, come in altre città americane, di multare con 100 dollari chi getta in strada mozziconi di sigaretta. Infine è stato ricordato il riconoscimento assegnato al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini che ha ricevuto, nell’ambito delle iniziative collaterali di Rio+20, il premio E-Awards per il suo impegno ventennale a difesa dell’ambiente.