La protesta del movimento studentesco

Sabato 1 dicembre: ore 9: Gli studenti, partiti da piazza Don Bosco, arrivano in piazza Prefettura. In relazione al convegno “Ricerca, Sviluppo ed utilizzo delle fonti fossili”, che di lì a poco si sarebbe svolto presso il Teatro Stabile di Potenza, circa un centinaio di aderenti al “Movimento Studentesco” si sono aggregati in un corteo contro vari temi tra cui il decreto del Governo Monti, supportato dal ministro Passera, che sancisce il raddoppio delle estrazioni petrolifere in Basilicata.

Hanno protestato con i seguenti slogan: “La terra è nostra e non si tocca!”, “Giù le mani dalla Lucania!”, “se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città!”. E hanno esposto, in prima fila, uno striscione che a caratteri cubitali recita: “Estrazioni e trivellazioni: Barricate e rivoluzioni”, una ribellione contro “il raddoppio delle attività estrattive in Basilicata”.

La loro protesta, auto-organizzata, si è concentrata prima di tutto davanti al Teatro Stabile contro “la svendita del territorio, dei diritti, contro il ricatto ai lavoratori e agli studenti. Studenti in rivolta, “stanchi di una politica che vuole togliere il futuro, la speranza, le aspettative delle giovani generazioni” hanno ripetuto ad oltranza.

Stanchi ma non per questo vinti, sopraffatti o sconfitti da una politica industriale ed industrializzata, che vorrebbe trasformare i giovani in “burattini al servizio delle multinazionali”, “in automi per tutte quelle aziende che hanno bisogno di manodopera”. Vogliono “una scuola pubblica, libera, scevra di interessi privati e che non sia al servizio dei banchieri”. Il corteo si è concluso alle 11.30 in piazza XVIII agosto con un nuovo appuntamento, fissato il 6 dicembre alle ore 17 presso l’Aula Magna del Campus di Macchia Romana.