La lezione di legalità di Don Marcello Cozzi

poteri_invisibiliIl libro di Don Marcello Cozzi, intitolato Poteri Invisibili e sottotitolato Viaggio in Basilicata tra affari, mafie, omicidi e verità sepolte (pubblicato da Melampo Editore) è stato presentato al Teatro Stabile di Potenza. Oltre all’autore, sono intervenuti: il giornalista dell’Espresso Lirio Abbate, il Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Elisabetta Pugliese e Natalina Orlandi, sorella di Emanuela.

L’incontro è stato moderato dal giornalista Fabio Amendolara che ha iniziato il suo intervento leggendo un brano di un’intervista del giornale La Stampa a Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia: Ci sono stati episodi, nel recente passato, di resistenze all’invasività investigativa; politici del Nord, per  esempio quelli della Lega, hanno  contestato persino i risultati di inchieste  giudiziarie che descrivevano  una sorta di avvenuto contagio da  parte delle mafie, E accaduto qualcosa  di simile nelle vostre «visite»? 

«Resistenze no. L’unica vera difficoltà, in termini di negazionismo accentuato, anche di fronte a miriadi dì reati spia come incendi e danneggiamenti, l’abbiamo incontrato in Basilicata, dove la quasi totalità dei rappresentanti istituzionali ascoltati negava l’esistenza di problemi legati alla criminalità organizzata. Direi che, per il resto, abbiamo dovuto notare una certa propensione a sottovalutare i sintomi di criticità. Spesso si tratta di una specie di autodifesa, di tutela dell’onorabilità della comunità. Ma è un atteggiamento sbagliato: anche i siciliani in tempi passati negavano l’esistenza della mafia, con la conseguenza di ritrovarsi, poi, del tutto consegnati alle cosche. E il cammino di liberazione, come si sa, è stato duro e cruento».

Il libro di Don Marcello illumina i temi molto complessi: politica e malaffare, istituzioni e potere, massoneria e mafia, delitti irrisolti e persone scomparse. Storie che si distinguono dalla mancanza di verità. E così l’autore ridà vita a indagini archiviate troppo in fretta.

Alla domanda: “Perché avete scritto questo libro?”, Don Marcello Cozzi risponde: “Era doveroso. Penso che abbiamo tutti il compito di non dimenticare mai, abbiamo tutti bisogno di non lasciarci trascinare soltanto dagli eventi mediatici. La sfida principale, penso sia quella, di continuare a combattere quando le persone delle telecamere non ci sono più, sono spente, quando nessuno ne parla. Ecco, noi abbiamo qui in Basilicata ancora tanto da raccontare, avevamo ancora tanto, soprattutto di questi ultimi 7, 8 anni. Abbiamo vissuto in questa regione quella che sicuramente è stata una bufera, non solo giudiziaria ma una bufera mediatica, è stata la bufera di Toghe lucane. (…) Il libro è soltanto uno strumento, c’è bisogno di far capire davvero quello che è successo, c’è bisogno di far entrare le persone nel modo più semplice possibile e far capire le storie, abbiamo tante storie dimenticate che vanno ricostruite. In questo libro c’è un filo, si parte da Toghe lucane e si arriva a Toghe lucane bis, e poi in mezzo: tante persone, tanti volti e tanti nomi. Questo libro è dedicato soprattutto a loro. Come si fa in Basilicata a dimenticare queste storie, e soprattutto a dimenticare visto che ormai non parla nessuno, non è possibile! Vi prego di entrare nelle storie, nei dettagli, nelle pieghe, in ogni vincolo, in ogni punto, ed è un grido di dolore che non può non attraversarci.”

Dichiarando che il libro è una storia sospesa, Don Marcello Cozzi ci invita tutti a scrivere il finale continuando a scavare e senza fermarci nella ricerca della verità. Bella lezione di legalità!

Hamza Zirem