La Magna Grecia tra ricordo e modernità

Annotazioni pluridisciplinari intorno alla Magna Grecia è il nome dell’evento culturale organizzato dall’AIDE (Associazione Indipendente Donne Europee), sezione di Bernalda, in collaborazione con l’associazione Il Corifeo di Massafra (Ta) e con il patrocinio del Comune di Bernalda.

Un simposio, tenutosi in terra pugliese e poi lucana, nato con l’intento non solo di rievocare la Magna Grecia dal punto di vista del ricordo e della storicizzazione di un’era, ma anche di riviverla e di renderla attuale, approfondendone costumi, arte e patrimonio culinario. Un’occasione per apprezzare l’operato di artisti, associazioni ed esperti del settore che considerano i pensieri di quel tempo l’origine dei nostri p1ensieri e la cultura un patrimonio non solo personale, ma collettivo.

Ad arricchire il susseguirsi di appuntamenti e conversazioni culturali, la mostra pittorica itinerante Noi della Magna Grecia, inaugurata da Anna Elena Viggiano, presidente della sezione lucana AIDE, con i curatori Emanuele Matera e Francesco Silvestri. Dieci dipinti realizzati da altrettanti artisti – Vito Antonio Baglivo, Francesco Carella, Gaetano Carriero, Giuseppina Mazza, Marielisa Pompilio, Maria Pia Putignano, Gabriella Rodia, Francesco Silvestri, Maria Grazia Tarulli, Anna Troyli – che hanno offerto la loro personale interpretazione del tema. Opere di assoluta rilevanza rese fruibili anche ai non addetti ai lavori grazie al prezioso commento critico dell’artista Rosanna Venneri che ne ha svelato significati sottesi, tecniche e simbologia.

Il critico lucano ha offerto un’interessante panoramica sull’evoluzione del gesto pittorico che, da necessità di cristallizzare attimi di vita quotidiana proprio dei nostri antenati, si è trasformato, oggi, in necessità di trasporre emozioni. Ed è proprio sull’aspetto emozionale dell’opera d’arte e sulle reazioni che il nostro cervello ha di fronte a determinati stimoli visivi che è stata incentrata l’analisi delle opere protagoniste della mostra. I dieci artisti – dice Rosanna Venneri – hanno interpretato in maniera personale e creativa il tema di fondo di questa mostra collettiva usando nelle loro opere grammatiche diverse, com’è giusto che sia. La loro pittura è, quindi, un viaggio in cui la tradizione, la realtà e la fantasia condividono lo stesso spazio, valorizzandosi a vicenda, tra riflessioni del presente e memorie del passato”.