Audiovisivo e multimediale, nuove frontiere su cui puntare in Basilicata – Intervista alla prof.ssa Manuela Gieri

Con Matera Capitale Europea della Cultura 2019, e a due anni dalla fondazione della Lucana Film Commission nata per attrarre le produzioni cinematografiche in Basilicata e per valorizzare il patrimonio culturale e ambientale territoriale, non è vano parlare di interessanti prospettive future dell’Università degli Studi della Basilicata nonché di nuovi stimoli provenienti dal settore cinematografico lucano, mentre entra nel vivo anche la produzione del remake di Ben Hur, il colossal americano, che sarà girato nella Città dei Sassi, e dintorni, a partire dall’inizio di febbraio prossimo.

Il Lucano Magazine ha deciso di intervistare la Prof.ssa Manuela Gieri, Docente di Storia e teoria del cinema presso l’Università degli Studi della Basilicata, da dieci anni impegnata nel far crescere gli studi di cinema sia nell’Ateneo lucano sia nella regione (ha partecipato attivamente al percorso di nascita della Lucana Film Commission, e sta contribuendo, quando possibile, al suo sviluppo). La professoressa Gieri – si foto manuela gieriricorda – ha trascorso 23 anni in Nord America, ed in particolare 17 a Toronto: in quella città, ha insegnato sia Letteratura italiana moderna e contemporanea e teatro presso il Dipartimento di Studi Italiani, sia studi cinematografici nel Cinema Studies Program presso la University of Toronto. Nello stesso ateneo, era membro associato del Centro per le letterature comparate, e fondò e diresse per sei anni il Graduate Collaborative Program in Semiotics. È autrice di autorevoli pubblicazioni sul cinema italiano e sul cinema mondiale, su Pirandello, e sulle scrittrici italiane contemporanee. Manuela Gieri intende avviare proficue collaborazioni con altre università, in particolare, con quelle americane e russe, e sta lavorando anche a un più ampio progetto di messa in primo piano degli studi di cinema nell’Ateneo Lucano, e, più in generale, nella regione Basilicata.

Prof.ssa Gieri, ci racconta come è nata la sua passione per la “settima arte”?
Me l’ha donata mio padre. Era un uomo semplice che, per tante vicissitudini legate alla guerra, non aveva potuto studiare, ma amava il cinema ed era coltissimo in quel campo … ricordo che, da bambina, al pomeriggio, spesso, mi portava con se, e, dopo aver fatto gli incontri di lavoro, mi diceva: “Andiamo al cinema?”. E andavamo, tre o quattro volte la settimana. Alla domenica si vedevano anche due film!

Com’è insegnare in Basilicata?
Una sfida. Quando arrivai, nel 2005, si offriva solo un corso di Storia del cinema, e nella biblioteca di ateneo c’erano forse una ventina di titoli sull’argomento. Praticamente nulla. Oggi abbiamo parecchie centinaia di volumi, riviste, e presto nella stessa Biblioteca si potrà anche avere accesso alla nostra videoteca che conta diverse migliaia di titoli. Per quanto riguarda la didattica, oggi sul Campus potentino gli studi di cinema hanno un corso alla triennale, un corso alla magistrale e un Laboratorio di cinematografia che, pur essendo liberamente scelto ed essendo a frequenza obbligatoria, conta annualmente dai 55 ai 65 iscritti, e produce alcuni spot di promozione sociale che ci vengono commissionati da agenzie territoriali. Mi sembra un buon risultato, ma non sono ancora completamente soddisfatta.

Quali sono i punti di forza della regione e quale il tallone di Achille?
Il punto di forza è il suo provincialismo. Il suo tallone d’Achille il suo provincialismo. Può sembrare una provocazione, ma è proprio così.

L’intervista integrale ne Il Lucano Magazine in edicola!