La sciagura del treno 8017, oggi il 71° anniversario

Sono trascorsi 71 anni dalla spaventosa sciagura del treno 8017, che ebbe il suo epilogo nella “Galleria delle Armi”, trenosulla linea Battipaglia -Potenza il 3 marzo 1944.
Pochi sanno che fu la più grande sciagura ferroviaria di tutti i tempi, ancora oggi il computo esatto dei morti è incerto, ma sicuramente superiore alle 500 unità.
Siamo nel 1944, l’Italia è divisa in due, al Sud ci sono gli alleati e al Nord i nazifascisti. È un Italia povera, disastrata da una guerra che ci aveva messo in ginocchio. La gente si recava da Napoli e provincia in Basilicata in cerca di qualcosa da acquistare con la “borsa nera”.

Nel primo pomeriggio del 2 marzo il treno merci speciale 8017, creato per caricare legname partì dalla stazione di Napoli per recarsi a Potenza. Sul treno salirono centinaia di viaggiatori clandestini che nei paesi di montagna lucani speravano di poter acquistare derrate alimentari in cambio di sigari e caffè distribuiti dagli americani. Il carico delle persone influiva notevolmente sul peso del treno, portando a superare le seicento tonnellate.
Nella “Galleria delle Armi” esattamente tra Balvano e Bella Muro, a causa dell’eccessiva umidità le ruote cominciarono a slittare per la perdita di aderenza, così che il treno perse velocità e rimase bloccato, solo due dei vagoni rimasero fuori dalla galleria. Gli sforzi delle locomotive per riprendere la marcia svilupparono grandi quantità di monossido di carbonio e acido carbonico, facendo perdere i sensi al personale della macchina e a molti passeggeri che stavano dormendo.

Il bilancio della tragedia è ancora oggi impossibile da accertare e oggetto di controversie: quello ufficiale parlava di 501 passeggeri, 8 militari e 7 ferrovieri morti, ma alcune ipotesi arrivano a considerare oltre 600 vittime, molte delle quali non vennero riconosciute.
Furono tutti allineati sulla banchina della stazione di Balvano e poi sepolti senza funerali nel cimitero del paesino in quattro fosse comuni, gli agenti ferroviari vennero invece, sepolti a Salerno. Infine molti dei sopravvissuti riportarono gravi sconvolgimenti mentali.