Premio Giornalistico Nazionale 2015 Alberto Jacoviello

Il premio giornalisticoAlberto Jacoviello” intitolato al noto giornalista lucano scomparso nel 1996, si terrà nel suo paese natio, a Lavello (PZ) il 23 maggio alle ore 17 presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “G.Solimene” in via Aldo Moro.

Fortemente voluto dalla famiglia Iacoviello, dal Comune di Lavello e dall’Istituto d’Istruzione Superiore “G.Solimene”, è patrocinato dalla Regione Basilicata, dal Consiglio di Basilicata, dal Comune di Lavello, dall’Università degli Studi della Basilicata, dall’Ordine dei Giornalisti, dall’Istituto d’Istruzione Superiore “G.Solimene” e dalla Famiglia Iacoviello.

A moderare l’iniziativa ci sarà Vitantonio Iacoviello, nipote del celebre giornalista. Saranno presenti il sindaco del Comune di Lavello, Sabino Altobello, il dirigente scolastico dell’Istituto d’istruzione Superiore “G.Solimene” Michele Gianmatteo e l’assessore alla cultura Giovanna De Luca.

CMYK baseInterverrà il giornalista, firma storica del giornalismo lucano, Rocco Brancati, che farà un profilo della figura di Alberto Jacoviello. In seguito sarà istituita una tavola rotonda sul tema: “La Coesistenza difficile” (mezzo secolo dopo 1961) e prenderanno parte al dibattito il redattore capo di TG3 Basilicata Oreste Lopomo in qualità di componente dell’Ordine dei Giornalisti, il presidente di Formedia Renato Cantore, il direttore del “Quotidiano del Sud” di Basilicata Lucia Serino, il caporedattore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” di Potenza Mimmo Sammartino.

Verranno premiati il giornalista de “Il Fatto QuotidianoAntonello Caporale, e il giornalista storico de “La Repubblica”, l’inviato che ha raccontato i più grandi eventi storici e conflitti mondiali degli ultimi anni, Bernardo Valli.

Le radici di Alberto Iacoviello, un grande giornalista “cittadino del mondo”, rimasero sempre ben radicate alla sua terra d’origine, la Lucania, ed in particolare a Lavello, il paese in cui nacque nel 1920. Fino a diciassette anni la sua vita fu quella di un comune ragazzo di campagna, avvezzo al lavoro dei campi e alla vita semplice. Inviato internazionale di prestigio scrisse per l’Unità degli anni Cinquanta forgiò il miglior giornalismo militante di quegli anni. Il talento era notevole e anche l’affidabilità ideologica doveva essere granitica per le consegne che gli arrivarono scalando mansioni gerarchiche di altissimo livello che lo portarono a guardare la Storia nel cuore del suo divenire. L’istituzione di questo importante premio giornalistico nasce per ricordare attraverso questi influenti inviati speciali che ciò che ci hanno trasmesso costituisce un prezioso patrimonio per le nuove generazioni, come riconoscimento per l’impegno profuso, per l’incondizionato desiderio di conoscenza e per l’intenso amore per la verità.