A LAGOPESOLE PRESENTATO IL MUSEO DELL’EMIGRAZIONE LUCANA

Nel Castello di Federico II a Lagopesole (Pz), sede del Centro di documentazione Nino Calice, su iniziativa della Regione Basilicata e della Commissione regionale dei lucani nel mondo, sarà allestito uno spazio espositivo sul tema dell’emigrazione, con particolare riguardo ai temi del viaggio e dell’insediamento. Saranno quattro le sale allestite per l’inaugurazione del 22 giugno del “Museo dell’Emigrazione lucana” dove storie, racconti, personaggi, accompagneranno il visitatore nel lungo viaggio fatto dai migranti lucani per raggiungere la meta desiderata. Ognuna delle quattro sale espositive descrive una tappa di questo interessante viaggio. La prima, “La Regione Basilicata”, ha al suo centro un “carretto”, oggetto che porta con sé la memoria del 1902, anno del viaggio del primo ministro Zanardelli in Basilicata. Qui è stato pensato un excursus storico sulla situazione della regione all’epoca delle grandi migrazioni: “La vita campestre, le condizioni di povertà della gente ed i pochi mezzi di sostegno”.  “Il mondo nuovo” è il nome della seconda sala, allestita con pannelli espositivi e manifesti d’epoca con raffigurazioni provenienti dal mondo intero: Londra, Parigi, New York e Pechino. Caratteristico è il Globo terrestre che riporta le traiettorie migratorie che dalla Basilicata si muovono verso nuovi stati e continenti e la “macchina del Mondo nuovo”, vecchio strumento ottico ricostruito, che permetteva la visione di realtà planetarie all’epoca ritenute fantastiche. Nella stessa sala è presente un vagone di un treno d’epoca, mezzo con il quale molti emigranti del sud riuscirono a raggiungere l’Europa o i grandi porti italiani che permettevano di imbarcarsi verso le Americhe. Non mancano gli elementi audiovisivi, infatti, sul fondo del treno sono proiettati filmati di approfondimento che descrivono la partenza degli emigranti. Nella terza sala intitolata “La bussola del viaggio”, attraverso proiezioni a parete vengono ricreate le atmosfere del viaggio in nave, la cabina/dormitorio, l’arrivo al porto di New York e le scene di naufragio. Attraverso diffusioni di essenze si ricreano gli odori del mare, aumentando così il grado di immedesimazione e coinvolgimento del visitatore. L’ultima sala è la “Ellis Island”, qui il visitatore ripercorre un passaggio obbligatorio dei migranti. Dei tubolari simulano i divisori del centro di Ellis Island indirizzando il visitatore lungo la parete d’esposizione sul tema dell’arrivo. Al termine sono posizionati tre schermi touch screen che riproducono i test che gli americani facevano agli emigrati per consentire l’accesso al paese. Infine, un ammasso di valigie diviene installazione per raccontare le storie degli emigranti. Qui sono presenti altri due momenti importanti: “L’esposizione” e “Mi son fatto signore”. Al termine del percorso il visitatore ha la possibilità di fare una foto ricordo scegliendo tra diversi sfondi presenti in modo da potersi calare in prima persona in quel viaggio che ha permesso ad alcuni lucani di “farsi signori” migrando in altre terre.

Flavia Adamo