Saggezza folk

Normalmente si intende con la parola “saggio” una persona che è capace di capire le varie circostanze della vita ed è in grado di comportarsi con assennatezza e prudenza. Per contrasto, non è saggio chi è impulsivo, sprovveduto, ingenuo, presuntuoso, narcisista.

La saggezza è utile perché evita pericoli, sofferenze e illusioni, è vantaggiosa in quanto mette in grado di risolvere i problemi e trattare bene con le persone. Tutte le culture hanno

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esempi di saggi, a partire dai personaggi famosi del passato. Nella Cina classica spicca la figura di Confucio, grande saggio che ha fornito consigli pratici per vivere bene. Abbiamo poi i saggi taoisti, i saggi indiani, le grandi figure storiche di Buddha, Cristo e Maometto. Inoltre, in un segmento culturale più umile, troviamo i proverbi.

Molto utili per due caratteristiche principali: sono brevi, quindi facili da ricordare, e sono veritieri, ci dicono qualcosa di intelligente riguardo all’esistenza. Eppure, la loro brevità non deve trarre in inganno. Una frase breve è facile da ricordare ma ciò non significa affatto che sia altrettanto facile da capire. Se è banale si capisce subito, non merita molta considerazione e probabilmente non è neppure utile. Ma questo non è il caso dei proverbi, infatti la loro concisione è a volte ingannevole. Si pensa di aver capito ma invece non si è afferrato il vero significato nascosto fra le parole. Quindi vanno meditati con molta attenzione se davvero si vuol recuperarne il significato nascosto. Pensare che si troverà qualcosa di utile ed interessante è già una prima buona indicazione, ma in seguito occorre un’analisi molto attenta.

Facciamo un esempio: val’ chiù na capa bon, ca ciend’ vrazz’ (vale più una testa buona, che cento braccia). Sembra semplice. Una testa buona, cioè una persona intelligente, vale più della forza fisica, e quindi si potrebbe pensare che è più importante lo studio del lavoro fisico, più importante la mente del corpo. Ma vuol dire proprio questo il proverbio? Per saperlo dobbiamo procedere con cautela. “Testa buona” significa si intelligenza, ma anche e soprattutto buona intelligenza, cioè capacità di risolvere i problemi. Le “cento braccia” stanno per attività fisica, lavoro, ma sono cento, molte. Perché il proverbio parla di cento braccia? Tantissime braccia indicano grande forza-lavoro, grande energia fisica. Ma tutta questa forza senza una guida intelligente è forza cieca, incapace di impegnarsi in un compito preciso, forza si ma inconcludente, disorganizzata, inefficace. La forza fisica senza organizzazione razionale non è altro che forza bruta, che non si risolve in nulla, anzi può essere addirittura pericolosa. Ecco, ora il significato del detto è diverso dalla prima lettura.

1I proverbi ci invitano a riflettere, e spesso è difficile riflettere su poche parole, su poche idee. Ma proprio questa è la grande utilità dei proverbi: sviluppare il pensiero critico per estendere la comprensione. È un bello esercizio mentale, utile soprattutto per chi vuole andare oltre le apparenze. Viene in mente a questo proposito una famosa frase di Confucio: «Studiare senza riflettere è inutile; riflettere senza studiare è pericoloso».

Se i proverbi sono portatori di saggezza allora è necessario studiarli con la massima attenzione, giacché la saggezza non è subito evidente, non è immediatamente comprensibile, proprio perché è prudenza, invito all’attenzione, assennatezza.

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