Il petrolio tra Confindustria, Legambiente e Regione Basilicata – Intervista al Vice Presidente nazionale di Legambiente Edoardo Zanchini

La sede dell’Aula Magna dell’Università Degli Studi Della Basilicata è stata protagonista nel mese di Novembre di una conferenza dal titolo “ Ambiente, Petrolio e Sviluppo ˮ che come si può in parte evincere dal titolo stesso dato all’incontro è stata un’occasione per discutere pubblicamente delle problematiche legate alla gestione dei pozzi petroliferi in Basilicata, in particolare della possibilità di fare dell’oro nero un autentico volano di sviluppo e crescita economico-sociale del territorio lucano.Tra coloro che hanno preso parte al dibattito, il Vice Presidente nazionale di Legambiente Edoardo Zanchini, l’assessore regionale all’Ambiente Aldo Berlinguer e il Presidente dei Giovani di Confindustria Basilicata, Francesco D’Alema, oggetto di una triplice intervista.

Esaminiamo ora il problema dal punto di vista del Dott. Zanchini

Dott. Zanchini in un dibattito sul tema del petrolio in relazione alle possibilità di sviluppo economico da un lato e alla necessità di dover tutelare la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini, si è espresso a favore dell’indipendenza energetica dell’Italia dal petrolio. Quale è la situazione attuale a livello nazionale e da vice presidente nazionale di Legambiente come pensa che sia percorribile tale strada sul nostro territorio?
L’Italia è già uscita dalla dipendenza dal petrolio nella produzione di energia elpicture-19762-zoomettrica. Sembrava impossibile solo 10 anni fa, ma la crescita delle rinnovabili è stata tale da arrivare a soddisfare il 40% dei consumi e oggi possiamo guardare a una prospettiva nella quale grazie a rinnovabili e efficienza si possa avere un sistema elettrico indipendente dalle fonti fossili. Con la stessa determinazione dobbiamo guardare agli altri usi energetici, come quelli e i trasporti, dove dare forza alle alternative che oggi sono in campo. E’, oltretutto, una direzione di cambiamento nell’interesse sia dei cittadini italiani che dell’ambiente.

Cosa ne pensa della proposta di fiscalità compensativa per i territori italiani su cui si trovano i giacimenti petroliferi, lanciata recentemente dall’assessore regionale all’Ambiente della Basilicata Aldo Berlinguer ?
Noi pensiamo che sulla fiscalità energetica serva innanzi tutto trasparenza. Sia rispetto alle entrate, perché in Italia si paga troppo poco ed è vergognoso che le imprese possano dedurre dalle tasse le royalties. E poi rispetto a come queste risorse vengono investite. Per noi deve essere garantita anche qui trasparenza, per evitare interessi torbidi e illegalità, e deve essere stabilite come priorità la spinta a una green economy che dia risposta alle esigenze dei cittadini lucani, che permetta di realizzare interventi di efficienza energetica nelle abitazioni che riducano le bollette o l’acquisto di treni per ridurre la spesa per i trasporti. La proposta dell’assessore va affrontata dentro questo dibattito, e per noi puo’ essere interessante se risponde a questi obiettivi.

Un ricercatore statunitense del Dipartimento di medicina dell’Università del Missouri ha individuato circa 700 tra solventi e sostanze chimiche usate per la penetrazione delle trivelle nel sottosuolo. Inoltre, pare che vengano impiegati anche uranio impoverito e altri composti radioattivi e metalli pesanti. Quali sono le possibili conseguenze in termini di salute a cui vanno incontro le popolazioni dei comuni su cui si svolgono attività esplorative ed estrattive ?
A questo tipo di denunce è importante dare risposte da parte delle autorità, non assecondando coloro che le liquidano magari per interesse e rafforzando finalmente il sistema di monitoraggio ambientale e epidemiologico, puntando su nuove analisi dei terreni e delle falde, dell’aria. Per rispondere alle preoccupazioni sull’uso di sostanze e solventi occorrerebbero analisi e verifiche in cantiere e nelle aree coinvolte, perche’ bisogna scongiurare inquinamenti dei terreni e delle falde.

A dispetto della massiccia presenza di petrolio sul territorio lucano, la Basilicata è una delle regioni più povere del Sud e tra le più malate. Mancano statistiche pubbliche relative a tumori di vario tipo, da quelli ematologici a quelli ginecologici, da quelli infantili a quelli alla tiroide. Ma secondo alcuni dati disponibili sono attestabili diversi casi di tumore alla prostata per gli uomini e cancro alla mammella per le donne. Cosa ne pensa di quello che taluni non esitano definire il Caso Basilicata ?
Io non credo che si possa parlare di un caso Basilicata, ma di aree della Regione dove senza dubbio lo Stato deve intervenire per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Un diritto che in alcune aree sembra in pericolo perché, come diceva Lei, mancano analisi indipendenti che permettano ai cittadini di non avere paura del luogo dove vivono. Dobbiamo uscire dalle fonti fossili non solo perché solo un sistema energetico incentrato sulle rinnovabili e su un modello distribuito puo’ permetterci di fermare i cambiamenti climatici, e creare opportunità per i cittadini, ma anche per tutte le conseguenze che la filiera del petrolio determina sull’ambiente e la salute.