Ajala M. : un corto dalla regia lucana

Oltre un anno di progettazione, tra migliaia gli spunti, con la voglia di creare, di sperimentarsi, di reinventare, di discutere, di lavorare in gruppo, fino ad arrivare a un’idea vincente: 14724480_1663095417336578_6823149411205472170_nrappresentare una donna diversa ma con una storia comune, in un corto ribelle, ricercato, originale, coinvolgente, riflessivo, che dia un volto a storie già raccontate, ma non scontate e sempre attuali. L’idea di una giovanissima e variegata troupe di artisti e talenti è quella di parlare, ancora una volta, di quanto sia deleteria una società che allontana ciò che non riconosce come standard, di porre l’attenzione ed esprimere indignazione su alcune forme di violenza silenziose e subdole, spesso taciute. La musa ispiratrice è stata Carmen Consoli, con le sue canzoni “Matilde odiava i gatti” e “Contessa Miseria”.
Già in sé il titolo, “Ajala M.” racconta più storie: dei personaggi delle canzoni della Consoli e della protagonista del romanzo pirandelliano L’Esclusa, Marta Ajala, una donna sopraffatta dagli eventi e dall’ambiente che la circonda.

“Ajala M.”, dunque, racconta la storia di Matilde, una donna sulla quarantina, si ritrova in una famiglia, quella del marito, che non la rispetta e in un paese i cui abitanti non la accettano perché “strana” e “diversa”. «Tutto questo, le maldicenze, ed infine la violenza subita dal suocero la fanno piombare in uno stato di forte disagio, squilibrio, depressione, pazzia. Si chiude in casa ed in se stessa, inizia ad avere visioni e ad essere ossessionata dallo scorrere del tempo. Finché una notte, in preda ad una crisi di follia, impugna una pistola… Tutta la storia corre su una sottile linea che divide il campo del razionale da quello dell’irrazionale, la verità dalla menzogna, e il nostro intento è quello di lasciare un finale aperto. Si, perché non tutte le storie delle ragazze che continuano ad essere violentate o uccise, ancora oggi, devono avere un finale. Non possono averlo. Dobbiamo fare in modo che non lo abbiano: parlandone e denunciando.»
Una squadra giovane e determinata,
quella di “Ajala M.”, per un lavoro che promette grandi risultati, che vuole dimostrare che noi italiani siamo un popolo che crede ancora nell’Arte e nei giovani, nonostante i tagli alla Cultura e all’Istruzione, che non è necessario lasciare l’Italia per t14183699_1641182186194568_6004940809982628522_nrovare terreno fertile, perché l’arte non sia mai fine a se stessa. Per questa ragione si è scelta la modalità di finanziamento con crowdfunding, attiva dal 23 settembre sulla piattaforma mecenup.it. per un budget totale di realizzazione è di 1500 Euro, che oggi ha raggiunto oltre il 70% dell’obiettivo, grazie al contributo di tanti piccoli sostenitori.
«Il crowdfunding – spiega la regista – crediamo sia un buon metodo per finanziare progetti nuovi e giovani, progetti che, vuoi per difficoltà legate al mercato dell’audiovisivo, vuoi per “non conformità” alle quasi regola narrative del cinema, sarebbe stato difficile presentare a qualche produttore. Poi lo abbiamo scelto anche per creare un mega gruppo 2.0 che avesse come collante oltre la passione per il cinema, anche la vicinanza a Carmen consoli.»

La regista e sceneggiatrice è Rita Giordano, classe 1990, lucana, aviglianese, studentessa magistrale di Cinema, Televisione e Produzione Multimediale a Bologna; è vicina alla laurea, ma ha abbandonato l’idea dello studio per dedicarsi esclusivamente alla “nascita di Matilde”. Lei e altri 12 artisti puntano, per la realizzazione del corto, su ognuno di noi, parte del futuro non solo dell’espressione artistica dell’audiovisivo, ma anche di una società migliore, non violenta, una società che accetta, una società che accoglie.