EDIPO. CRUDELTÀ E ESPIAZIONE

Il mito di Edipo ci insegue sin dall’antichità, tramandataci da Sofocle, ha una veste attuale: l’uomo colpevole e giudice di se stesso in una società ambivalente e polisemica. Le molteplici contraddizioni di Edipo emergono nella mostra “Edipo. Crudeltà e espiazione” organizzata dalla Fondazione Zètema, a cura di Antonio Calbi. Nella Collettiva, esposta fino al 26 maggio 2023 presso il Museo Musma di Matera, l’artista materano, Mimmo Centonze, dialoga con rinomati artisti contemporanei, quali Pasolini, Arnaldo Pomodoro e Paladino.

L’artista materano, soddisfatto, ci sprona ad avere un rapporto diretto con l’opera d’arte, dopo la parentesi del covid, tenendo presente di quanto siamo fortunati oggi rispetto ai secoli addietro, in cui gli amanti dell’arte affrontavano viaggi estenuanti per giungere in Italia e per poter ammirare le più belle opere d’arte al mondo. Incalzati dal suo entusiasmo, gli abbiamo rivolto alcune domande.

In cosa l’opera astratta “Busto” di Centonze è differente rispetto ai suoi ritratti realistici?

La figura non è data ma è suggerita all’osservatore al quale spetta ricostruirla esplorando i tratti nel proprio inconscio. Quindi, lo spettatore viene catapultato in una sorta di seduta psicoanalitica in cui l’opera lo interroga sul suo significato a cui egli dovrà rispondere dando un’interpretazione personale, facendo leva su un punto di vista introspettivo. Nel “Busto” non sono ben visibili gli occhi di Edipo, poiché quest’ultimo, una volta scoperta la verità (il rapporto incestuoso con la madre) si perde, non sa più chi è e si acceca.

Dov’è il mito di Edipo nell’opera “Capannone”?

È nel buio. Il “Capannone” non è molto realistico: non ci sono finestre, né ferri vecchi, ma emerge una luce nera inquietante, adatta alla figura di Edipo che quando scopre la verità, si guarda allo specchio e non si riconosce più. Egli compie una discesa negli Inferi divenendo cieco nell’anima.

Quale significato ha la presenza di Centonze tra Pasolini, Arnaldo Pomodoro e Paladino?

Il fatto che un artista materano sia stato scelto ad esporre in una mostra importante con un tema come “Edipo” insieme ad artisti come Pasolini, assoluto maestro, Arnaldo Pomodoro, scultore noto in tutto il mondo e Paladino, rappresentante dell’Avanguardia è un privilegio per la città. È sinonimo che anche a Matera abbiamo personalità artistiche pensanti.

Quanto c’è di Dio e di Satana nel mito di Edipo?

C’è sicuramente l’uomo che si perde, alla ricerca della spiritualità. Sono poche le persone alla ricerca della verità, della luce divina, perché il mondo è governato da Satana che spinge contro la fede vera. Oggi la Bibbia è il libro più presente nelle biblioteche di tutto il mondo ma nessuno lo legge. Per contro si leggono Harry Potter e Pinocchio. In realtà la Bibbia rivela le risposte alle domande più importanti della vita: “Chi è Dio?”, “Perché si muore?”, “Perché Dio permette la sofferenza?”, “Possiamo avere un rapporto con Dio?” In giro c’è la cecità spirituale come in Edipo che si acceca per non vedere la verità. Ricordiamoci che Mosè rischiò di perdere la vista per vedere Dio. Invito l’uomo ad essere più Mosè e meno Edipo.