Sul palco 10 detenuti in un viaggio tra letteratura e tecnologie emergenti in scena dal 10 al 13 febbraio

«Il teatro in carcere è uno strumento prezioso perché aiuta ad acquisire un ruolo diverso rispetto a quello rivestito sul palcoscenico della vita. Si tratta di una possibilità di proiettarsi all’esterno della struttura carceraria pur restando dentro le mura». A dichiararlo è Paolo Pastena, direttore della Casa Circondariale “A. Santoro” di Potenza, durante la presentazione dello spettacolo “Humana” tenutasi lo scorso 20 gennaio, nella Sala del Campanile del Museo Archeologico Nazionale della Basilicata. La performance teatrale, che andrà in scena dal 10 al 13 febbraio presso l’Istituto Penitenziario del capoluogo, si inserisce all’interno del Laboratorio di Teatro-Danza diretto dalla Compagnia Teatrale Petra, nell’ambito del progetto “In-Out Libertà Aumentata”.
«Mostrarsi in una veste diversa – ha aggiunto Pastena – è il primo elemento che caratterizza l’attività teatrale. Un approccio abbastanza ampio che non è legato esclusivamente alla recitazione: ci sta il movimento, ci sta l’ausilio di strumenti innovativi come i visori della realtà aumentata. Siamo di fronte a un approccio moderno che permette di avere un piede fuori dal carcere».
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Provveditorato di Puglia e Basilicata e il carcere di Potenza, coinvolge diverse organizzazioni, tra cui l’Ordine Regionale degli Assistenti Sociali di Basilicata, il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, ed è sostenuta anche da Rai Cinema e Fondazione Potenza Futura, con il patrocinio della consigliera di Parità della Provincia di Potenza e la partnership di La Nuova Tv. Lo spettacolo è finanziato da fondi PNRR -Transizione Ecologica Organismi culturali e creativi dall’Unione Europea -Next Generation EU, e Teatro Oltre i Limiti, realizzato con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese, oltre al contributo del Fondo Etico BCC Basilicata e del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo.

La rappresentazione teatrale, curata da Antonella Iallorenzi (direttrice artistica della Compagnia Teatrale Petra), Mariagrazia Nacci (coreografie), Lucia Sabia (aiuto regia), Angelo Piccinni (scenografia e luci) assieme ai contributi artistici di Michele Altamura e Matteo Maffesanti, sarà un vero e proprio viaggio attraverso la letteratura e le sfide della tecnologia.
«Ciò che ci chiederemo e che domanderemo ai nostri spettatori – ha spiegato Iallorenzi – è cosa rimane di questa Umanità se l’essere umano, nei secoli, ha tentato quasi di essere un superuomo, di puntare alla perfezione tanto da negare la propria umanità, i propri sentimenti, e andare alla ricerca di un’intelligenza che è artificiale».
«Da Bulgakov a Dostoevskij e Kafka, fino ad Asimov, Shelley e Collodi – ha proseguito la direttrice artistica della Compagnia Teatrale Petra – abbiamo esplorato il desiderio di paternità che si esaurisce nella creazione di un essere inanimato. Ma come si passa dall’inanimato all’animato? Qual è la strada che ci porta a essere anima, a essere umani? Alla fine di questa trilogia, abbiamo scelto di negare, o forse sospendere, la parola humana».
Il progetto “In-Out Libertà Aumentata” verrà replicato in più appuntamenti. Si partirà il prossimo 10 febbraio per i detenuti ospiti, per i familiari dei detenuti che partecipano allo spettacolo e per alcune scuole di Potenza e provincia. Ci sarà, poi, una nuova rappresentazione aperta al pubblico il 13 febbraio, all’interno del teatro della Casa Circondariale di Potenza, alle ore 14.30. Per poter partecipare, è necessario inviare una mail all’indirizzo: progettipetra@gmail.com e allegare una copia di un documento d’identità valido, entro e non oltre giovedì 23 gennaio 2025.

“Humana” è un progetto concreto che stimola a mettersi in gioco e riconosce il ruolo del detenuto come risorsa positiva all’interno di un gruppo. Il detenuto, infatti, impara a mostrare una nuova versione di sé e a relazionarsi all’altro per il raggiungimento di uno scopo comune, vale a dire lo spettacolo. Allo stesso tempo, l’attività teatrale in carcere mira a fornire una nuova immagine della struttura detentiva, “che da luogo di vergogna si trasforma in un luogo di cultura”, si legge nel comunicato ufficiale diffuso dalla Compagnia Teatrale Petra. Dieci i detenuti-attori che saliranno sul palco nelle date sopracitate. La creazione di una messa in scena permette, inoltre, di sviluppare inventiva attraverso un’assoluta disciplina, oltre a un processo di acquisizione delle tecniche base di recitazione, delle tecniche vocali e del movimento scenico. L’attività teatrale in carcere rappresenta, infine, uno specchio del detenuto che, attraverso un personaggio, riflette le sue emozioni più intime e produce effetti positivi sulla rieducazione, nella prospettiva di un tangibile reinserimento sociale.
Lo ho confermato anche Giuseppe Palo, funzionario del carcere di Potenza, durante la presentazione dello spettacolo “Humana”: «I detenuti hanno fatto, in primis, un’esperienza interiore. Durante il laboratorio, hanno riacquisto consapevolezza corporea e psicologica perché si sono sentiti all’interno di un tutto che non avrebbero mai pensato di poter vivere. Inoltre, attraverso l’utilizzo di visori abbiamo consentito non solo ai detenuti del carcere di Potenza, ma anche a quelli di Matera e di alcuni Istituti Penitenziari della Puglia di fare questa esperienza immersiva su un altrove che diversamente non avrebbero mai raggiunto. L’obiettivo finale? Fare un laboratorio di produzione dei contenuti legati alla realtà aumentata, all’interno del carcere di Potenza».
Miriam Galgano