“GENIUS LOCI”, A MATERA L’ANIMA DEL TERRITORIO ABBRACCIA L’ARTE LUCANA CONTEMPORANEA

Dal 28 giugno la mostra dedicata al pittore Lovisco presso il padiglione della Fondazione SoutHeritage

sapiente incontro tra correnti culturali e tradizioni locali. Non è da meno, certamente, la Basilicata che protegge e condivide forme locali di arte con un occhio di riguardo al passato e uno sguardo proiettato al futuro, fatto di rinnovati approcci interpretativi tipici della realtà contemporanea. E quando il “Genius Loci“, vale a dire lo spirito di un determinato luogo, s’integra perfettamente con il contesto esistente e, di conseguenza, con coloro che vivono appieno quel territorio, il risultato si concretizza sicuramente in un’autentica esperienza armonica e identitaria. Questa volta, al centro della scena artistica lucana, una mostra dedicata al pittore Felice Lovisco, in programma dal prossimo 28 giugno, nella Città dei Sassi, presso il padiglione espositivo della Fondazione SoutHeritage,

Obiettivo primario dell’esposizione d’arte la riscoperta degli operatori del settore, dei collezionisti, del pubblico, di tutte le realtà storiche e culturali e, ovviamente, degli artisti presenti in Regione. Con il programma espositivo, la Fondazione intende avvalorare la missione del suo operato culturale incentrata sulla cura relazionale con i patrimoni materiali e immateriali di un luogo nella realtà contemporanea. Si tratta di uno schema progettuale creativo che, già in precedenza, con i focus sulle ricerche artistiche di Antonio Paradiso, Riccardo Dalisi, Francesco Marino di Teana, Gerardo Cosenza, Donato Linzalata, Salvatore Sebaste, Tommaso Lisanti e Franco Di Pede, ha reso la Basilicata un “terroir” vivo e riconoscibile.

L’ARTE TARGATA LOVISCO

Felice Lovisco nasce a Melfi nel 1950 e, attualmente, vive e lavora nel capoluogo lucano. Ha frequentato l’Istituto artistico di Potenza ed è stato allievo del pittore e scultore Giuseppe Antonello Leone. In seguito, Lovisco ha insegnato materie pittoriche e plastiche e ha lavorato come restauratore al fianco dell’archeologo Dinu Adamesteanu. Nella metà degli anni Settanta, con altri creativi della scena lucana, fonda a Potenza il “Centro d’Arte Co.S.P.I.M.” (Collettivo di scultori, pittori, incisori, musicisti, poeti e scrittori). Agli inizi degli anni Ottanta, Lovisco è tra i fondatori del collettivo “Arti Visive Quinta Generazione” che culmina con la nascita di “Perimetro” (1983), una rivista d’arte contemporanea fondata con Giovanni Cafarelli e Marco Santoro. Molteplici i suoi lavori per spazi pubblici in Basilicata nei territori di Barile, Sasso di Castalda, Potenza e Pietragalla. Sulla sua ricerca artistica, hanno scritto: Pietro Marino, Lia De Venere, Giuseppe Appella, Rino Cardone, Raffaele Nigro, Antonio Basile, Enzo Battarra, Massimo Bignardi, Franco Corrado, Leonardo Mancino, Giuseppe De Vito, Franco Sossi, Anna D’Elia, Gaetano Mongelli, Giuseppe Valente, Pasquale Totaro Ziella.

L’esposizione artistica, come ricognizione di protagonisti e vicende tra le più significative per il repertorio artistico lucano, si propone di celebrare con accurata attenzione questo protagonista della pittura in Basilicata che ha sempre avuto una propensione particolare verso le avanguardie e le concezioni pittoriche sviluppate nel campo delle arti visive del Novecento. Mediante una rinnovata selezione di opere rappresentative, alcune esposte per la prima volta, in mostra sono presenti venti lavori che perlustrano i mondi pittorici e compositivi dell’artista, in un gioco armonico di incastri e rimandi fatto di coincidenze iconografiche, figurazione ed elementi simbolici. Il progetto espositivo intende, infatti, far emergere la scelta dell’artista che si serve di un “sistema visivo primitivo”, più adatto alla descrizione di una realtà differente e alternativa, in cui non manca certamente la sua attenzione per una pittura vicina al recupero, anche concettuale, della tradizione e per le citazioni dal grande repertorio della Storia dell’Arte (Espressionismo e Transavanguardia).

Nel “Genius loci lucano”, il pubblico intenditore o semplicemente incuriosito accetta una sfida metaforica che consiste in una profonda ricerca di ciò che rende unico e irripetibile un territorio. L’espressione artistica lucana finisce, così, col riportare il fascino al posto giusto e suggerisce di trattenere solo ciò che è davvero essenziale, specialmente in una realtà come la nostra dove diviene sempre più complicato riconoscere la qualità. Un’espressione artistica, dunque, che si fa conoscenza completa. Un’arte, ancora, che è svelamento, intuizione, profondo ascolto. Un’esperienza, infine, totalizzante come moto interiore della nostra identità lucana, in grado di guidarci nella condivisione della bellezza.

Miriam Galgano