Lo “Zafferano di Matera” La produzione intensa, naturale ed amorevole di Bruna Gaudiano

Una piccola idea di innovazione carica di stupore e interesse. Bruna Gaudiano ci guida attraverso le tappe che hanno scandito la storia della nascita della sua coltivazione nel territorio di Matera.

Bruna, com’è nata l’idea dello “Zafferano di Matera”?
Questa avventura nasce sei anni fa, quando mi sono ritrovata a gestire 40 ettari di terreno già in attivo e parte dell’azienda agricola di famiglia. La mia idea era quella di diversificare e introdurre delle innovazioni, sia colturali che tecnico-produttive, nell’azienda agricola, rendendola più competitiva. Infatti la produttività di un’azienda agricola oggi si misura con la varietà dell’offerta che riesce a dare e con la sua identità agricola territoriale, con il suo legame con le tradizioni gastronomiche locali e con la capacità di recuperare identità culturali e rurali. In quest’ottica ho pensato, tra le tante colture possibili, ad una che dovesse comunque essere familiare al territorio e alla sua identità rurale. Ho pensato allo zafferano perché è una pianta comune a tutta l’area del Mediterraneo agricolo quindi mi sembrava a12307438_446247592235365_6225119248659031941_overe ottime possibilità di attecchire con successo anche in questa zona, per simili condizioni climatiche e agronomiche. Inoltre, studiando il territorio e un po’ della sua storia agricola, ho potuto apprendere che il crocus sativus (così si chiama la pianta dello zafferano) cresce in maniera del tutto spontanea nell’area della Murgia lucana e pugliese. La presenza della pianta indica un probabile uso della spezia nel nostro passato, andato perduto col tempo dato il dispendio di tempo ed energia richiesto per la sua produzione. La coltivazione dello zafferano dunque mi sembrava perfetta sia come elemento di diversificazione colturale dell’azienda agricola sia come elemento di recupero della “memoria botanica, rurale e culinaria” di questo territorio, della sua antica identità territoriale e di quel patrimonio agricolo accantonato ma ancora vivo. Mi piacerebbe, infine, che lo Zafferano di Matera diventasse, certamente con l’impegno anche di altre aziende agricole, istituzioni e sistemi di promozione regionale, una eccellenza locale che potrebbe creare interessanti occasioni di diversificazione produttiva e fonti di reddito al mondo agricolo materano.

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