Missione italiana in Libano, sotto quei caschi blu c’è un cuore lucano

Quelle che stiamo per documentare sono le storie di ragazzi lucani che hanno scelto di servire il proprio paese. Si tratta di soldati dell’Esercito italiano che, oltre un mese fa, sono stati impegnati in Libano. Per comprendere le attività di questa missione ci siamo avvalsi di una guida militare che ha tracciato il quadro delle operazioni e il contenuto delle attività svolte. Il Contingente Italiano in Libano, su base Brigata “Pinerolo” di Bari, ha la responsabilita’ del Settore Ovest di Unifil dove operano 3500 soldati provenienti da 11 diverse nazioni e di questi 1000 sono italiani.
I caschi blu operano sulla base della risoluzione delle Nazioni Unite 1701 del 2006, con compiti di monitoraggio del cessate il fuoco in collaborazione con le Forze Armate Libanesi (LAF), di supporto alle LAF per incIMG_9174rementare la capacità operativa e l’assistenza alla popolazione, con progetti civili militari, la cui finalità è quella di migliorare le condizioni di vita e di sviluppare l’economia locale. Per assolvere questi compiti la Brigata “Pinerolo” è composta da unità operative, come il Reggimento “Cavalleggeri Guide” di Salerno rinforzato da assetti del 7° Reggimento Bersaglieri di Altamura, unità logistiche, come il 10° Reggimento Trasporti di Bari e unità specializzate, come gli assetti del genio, del NBC e delle trasmissioni, tutte componenti fondamentali e tutte appartenenti all’Esercito Italiano, sempre più risorsa fondamentale del paese.

Il Comandante, Generale Stefano Del Col, nella sua azione di comando, ha la responsabilità di mettere in sintonia tutti gli assetti nazionali e non, per ottenere un modello operativo multinazionale capace di esprimere compattezza ed effica137-19A Pattuglia sulla Costal Road di Blindo Centaurocia. “Chiedo ai miei soldati -ha dichiarato il Generale Del Col- di operare con grande professionalità e sensibilità, per assolvere alle responsabilità assegnate dai contenuti della risoluzione delle Nazioni Unite del 2006”.
Entriamo, ora, però, nel vivo della componente lucana per vedere chi, appena un mese fa, faceva parte di questo contingente di stanza in Libano.
Il Maresciallo Capo Francesco De Leo, proviene da Lavello, ed è effettivo al 7° Reggimento Bersaglieri di stanza ad Altamura. Nel corso della sua carriera militare ha maturato una solida e diversificata esperienza professionale. Ciò grazie alla qualificata formazione professionale ricevuta e alle attività operative a cui ha partecipato nelle 11 missioni nei teatri operativi che lo hanno visto attivamente coinvolto sul terreno. In Libano per la seconda volta, il sottufficiale ha affiancato il Comandante della Compagnia Mortai nella gestione delle pattuglie sul territorio, al fine di garantire la sicurezza e la libertà di movimento nel settore a guida italiana. I cittadini libanesi partecipano entusiasti alle tante iniziative di cooperazione civile e militare, previste dalla Risoluzione delle Nazioni Unite 1701 del 2006, il cui fine è quello di migliorare le condizioni di vita e lo sviluppo dell’economia locale. Gratitudine è stata, infatti, manifestata dalla popolazione libanese, per l’operato dei caschi blu italiani. Un’azione che, ricordiamo, avviene in un contesto di rispetto e comprensione culturale della variegata società libanese, dove coesistono pacificamente 18 diverse confessioni religiose. Il Maresciallo De Leo, è molto legato alla sua terra lucana che definisce “amara e dolce terra mia”, ne avverte la nostalgia dei sapori, delle tradizioni e quel “senso di solitudine”, tipico dei comuni lucani, per lui necessario, inteso come modo per stringersi agli affetti familiari. Ed è proprio la famiglia a costituire il perno, il sostegno che non è mai mancato nelle numerose missioni all’estero nelle quali, il sottufficiale di Lavello, è stato chiamato ad operare. La figlia Andrea di 16 anni, già da bambina, era consapevole dei periodi di assenza del papà, essendo sempre orgogliosa del lavoro del genitore, con il quale condivide un rapporto di complicità e di profondo affetto.
Un altro militare lucano è il Maresciallo Ordinario Vito Donato Santarsiero, di Filiano, comune di 3000 abitanti in provincia di Potenza. Santarsiero è alla seconda esperienza nella Terra dei Cedri. il Sottufficiale delle Trasmissioni comanda il Plotone Areale, unità che garantisce i collegamenti e le comunicazioni tra la base di Shama, sede del comando multinazionale a guida italiana, e tutte le altre basi del Settore Ovest di UNIFIL. È stato coinvolto in esercitazioni congiunte nelle quali si addestra personale delle Forze Armate Libanesi (LAF) e a tutte le attività per assicurare i collegamenti fondamentali per l’attività di comando e controllo. Il Maresciallo Santarsiero, riferendosi alla Basilicata, sua terra d’origine, ha evidenziato il sentimento di unione dei Lucani, la capacità di venirsi incontro e di sostenersi reciprocamente, soprattutto, nella lontananza dagli affetti familiari. Grazie alle videochiamate ed ai social network, il sottufficiale è stato in contatto con la sua famiglia in Italia. Nel corso della sua giornata, il momento più bello, è stato quado è riuscito a vedere e sentire il sorriso del piccolo Andrea di 2 anni. E, poi, nel periodo libanese, non è mancata la rimpatriata lucana. Una volta a settimana, infatti, ha organizzato una cena con tutti i lucani della base “MILLEVOI” di Shama, per sentirsi più vicini alle usanze e alle tradizioni della propria terra d’origine.