Tascabìlia

Ho lavorato tanto in questo inverno: libri e presentazioni, ri-edizioni e nuovi progetti. Mi sono dedicato a costruire in silenzio. Ora un po’ alla volta Vi racconterò. A iniziare da : la letteratura invisibile che diventa tascabile.
Tascabìlia è il titolo di un contenitore che, come un blues, può cantare di Lucania, ma anche di altre terre limitrofi o di confine. Tascabìlia è una canzone, intensa e malinconica, zuccherina e amara, ironica e sensuale, un giro perfetto sulla pista da ballo. Non c’è nulla da aggiungere, da togliere o da modificare. Tascabìlia è quella cosa lì e basta.13820803_1331439903552142_1980393835_n
Racconti scagliati lì, proprio come i suoni improvvisati che si fischiettano per via, nelle strade di una grande terra piena di anonime solitudini. Come la Lucania.
Tascabìlia, allora; quella di sempre e di dovunque, quella delle strade di campagna e degli appartamenti disabitati, dove piagnucoli un lattante o si vesta un morto, dove sega e scopata possono essere la stessa cosa.
Che, a volte, anche le solitudini s’incontrano nel vuoto di una mano in tasca.

Liberaci dal fango

Mi sono guardato attorno e ho notato ciò che era evidente: la campagna. La mia terra d’inverno diventa spettrale, ci sono giorni che tolgono letteralmente il fiato, la nebbia ti avvolge, le strade sono ricoperte di fango scuro e la primavera sembra davvero la fine di un incubo. Mi sono chiesto come mai un tale scenario sia stato ignorato dalla maggior parte degli scrittori locali e da lì a poco, ho approfondito la conoscenza del mio territorio e della sua storia. Ho cominciato raccattando piccoli miti, racconti minori e fatti reali. La maggior parte del materiale è frutto di testimonianze orali e riguarda la vita dei nativi contadineschi vissuti nell’entroterra tra la Val d’Agri e il Vallo di Diano, fra l’antica Lucania e il retroterra calabro-campano. Racconta della gente forte e buona della provincia tra Salerno e Potenza, di quella terra lucana tanto cara ai giorni nostri a Leonardo Sinisgalli o a Rocco Scotellaro. Quella che è anche la terra descritta da Carlo Levi nel suo Cristo si è fermato a Eboli o nel romanzo Ombre sull’Ofanto di Raffaele Nigro.
Tascabìlia nasce così, come un contenitore che raccoglie storie e imprigiona, in uno scrigno fatto di pagine bianche da sporcare, gli antichi spiriti, buoni e cattivi, che vegliano ancora nell’aria umida che si respira da queste parti. Aria che profuma esageratamente di storia. Una rassegna che, pagina dopo pagina, scopre le difficoltà del ritornare a quella che dovrebbe essere la vita delle origini: una sorta di sorgente che dovrebbe dissetare e che invece, non potendo più assolvere questo compito perché tutto il passato è divenuto fango, distrugge la luce dei ricordi.

L’articolo completo nel nuovo numero del Lucano Magazine di luglio – agosto, in edicola!!

 

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Arsenio D'Amato

Sono nato a Jersey City - New Jersey, Stati Uniti d'America – nello stesso giorno in cui nasceva Jack Kerouac e se ne andava Charlie Parker, in un giorno storicamente avaro di grandi eventi, ma nell’anno in cui l’Apollo 11 toccava il suono lunare e, in tre giorni di rock, cultura hippie ed eccessi, si consacrava il Festival di Woodstock. Estradato, in tenera età, da un futuro a stelle e strisce, sono cresciuto, ho studiato, vivo e lavoro a Sant'Arsenio (SA) - paese gemellato, manco a farlo apposta, con Jersey City. Non ho mai compreso il Baseball e che cazzo ci potevo fare con il guantone di pelle, griffato New York Yankees, la mazza di legno e una palla bianca che non rimbalzava, estradati, negli anni settanta, congiuntamente al sottoscritto dagli USA. Mi piace scrivere più che parlare. Una passione, quella per la scrittura, che va a braccetto con quella per la musica e con l’amore per la lettura. Tra le mie devianze e i miei vizi il più quotato è quello del calcio giocato e da poltrona. Sono uno, insomma, che quotidianamente gioca con le parole, ma che non disdegna di tirare, ancora, due calci ad un pallone. Che ho cominciato a farlo, tanti anni fa, quando mi sono rassegnato ad usare guantone e mazza da baseball per simulare i pali della porta… Quando non scrivo, non leggo, non ascolto musica e non gioco a calcio, sono pure un piccolo imprenditore.