LUCANAPA E ARMADIO VERDE: UNA MODA SOSTENIBILE È POSSIBILE

L’inquinamento prodotto dall’industria tessile ha un impatto enorme sul pianeta e le ragioni sono abbastanza semplici da comprendere. I capi di abbigliamento sono probabilmente il bene più comune che le persone acquistano nel mondo, e il numero medio di capi che un individuo acquista ogni anno è cresciuto drasticamente: una ricerca di McKinsey & Company mostra che il numero di capi prodotti annualmente è raddoppiato dal 2000 ed ha superato i 100 miliardi di pezzi già nel 2014, e ad oggi l’85% dei vestiti prodotti finisce in discarica: circa 21 miliardi di tonnellate all’anno, secondo la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, l’Unece, mentre solo l’1% viene riciclato.

I problemi principali causati dall’industria tessile includono l’inquinamento delle acque, l’inquinamento atmosferico e l’inquinamento derivante dalla produzione di rifiuti solidi. 

Per fare un esempio: una maglia prodotta in 100% poliestere contiene tra i 120 e 300 milligrammi per chilo di microplastiche e per fabbricare 1 kg di poliestere, occorrono circa 1,5 kg di petrolio, per produrre 1 paio di jeans invece servono circa 7.500 litri di acqua e 33,4 chilogrammi di carbonio. ⁣

Per ridurre l’impatto ambientale, l’innovazione tecnologica sta aprendo nuove strade ecologiche. Ad esempio, la scelta di un materiale come la canapa, che richiede meno acqua del cotone sia per la coltivazione sia per la lavorazione, che può essere in seguito “cotonizzata” così da risultare morbida esattamente come il cotone.   Una coltura che anche in Basilicata ha trovato terreno fertile grazie alla cooperativa LUCANAPA. Fondata nel 2012 con l’idea di «ritornare alla terra» in maniera innovativa e sostenibile è anche un modo di contrastare lo spopolamento dei piccoli centri e creare lavoro. Adoperata non solo nel tessile, la Cannabis Sativa L è protagonista anche nel settore alimentare: olio ricco di omega 3, farine senza glutine e integrali derivate dai semi macinati a pietra, biscotti, pasta, taralli oltre a tisane e infiorescenze. Tutto con packaging biodegradabile e rigorosamente senza plastica, e tutto made Lucanapa.

Ma se è vero che la rivoluzione inizia dal nostro armadio, saper scegliere tra ciò che è sostenibile e ciò che non lo è, è il primo passo per garantire un futuro a noi stessi e al nostro pianeta.

Armadio Verde è il primo sito in Italia, dove si può ridare valore ai capi d’abbigliamento che non si utilizza più. Un esempio di economia circolare che risponde alle tre R: ridurre, riusare, riciclare. Come funziona? Armadio Verde ritira gratuitamente a casa le scatole di abiti dismessi, per ogni capo approvato si guadagnano delle Stelline. Le Stelline sono assegnate a tutti nello stesso modo secondo la marca, taglia e tipologia del capo. I capi accettati sono pubblicati in collezione sul sito mantenendo lo stesso valore in stelline. Quelli non idonei sono donati a HUMANA People to People Italia Onlus. Con quelle stelline e pochi euro si può fare shopping sul loro sito. Le piattaforme di vendita di abiti usati nel tempo sono diventate un punto di riferimento per i consumatori Gen-Z che sono sempre più sensibili a temi come la sostenibilità, perché si sa, il “vintage” non passa mai di moda!