Tra paure e speranze

Nell’accingermi a scrivere questo editoriale che corrisponde al dodicesimo anno di vita del giornale, il mio pensiero è rivolto ai sanguinosi attentati di Parigi che hanno emozionato e coinvolto tutti, anche noi che viviamo in una piccola e tranquilla regione come la Basilicata.
Infatti l’insicurezza sta penetrando nella società in maniera incisiva, al punto che ci porta a guardare gli altri con sempre maggiore diffidenza.
Ieri tornando da Milano in treno con tutta la mia famiglia ci siamo imvaligiabattuti in un episodio che ha provocato una psicosi immotivata. Alla fermata del treno, a Roma, una persona ha posato all’ingresso della carrozza in cui mi trovavo due grosse valige e si è allontanato improvvisamente. La scena è stata notata da diverse persone scatenando una forte apprensione nelle stesse, fino a quando dopo diversi minuti è comparso un giovane assicurando di essere lui il proprietario delle valige, in quanto si era sistemato in un altro vagone.
Questo significa che la scia di sangue lasciata dalle aggressioni criminali avvenute in Francia ha alimentato inquietudine, ha allargato le distanze, meglio, il distacco fra noi e gli altri, percepiti spesso come possibili minacce.

Gli Jhadisti lanciano appelli a colpire ovunque gli Occidentali, ma, le nostre Nazioni, la nostra Terra e il nostro Stile di Vita, così come la nostra Religione sono il risultato di lotte, vittorie, martirii che hanno permesso il raggiungimento di una maggiore libertà e di un benessere sociale più diffuso.
L’accoglienza riservata alle popolazioni islamiche non deve pertanto ripercuotersi e condizionare la vita del mondo Occidentale, pretendendo di imporre la loro cultura e le loro credenze, invece dovrebbero rispettare e vivere in armonia con il Paese che li ha accolti.
Diversamente la cosa migliore sarebbe che tornassero nei loro paesi di origine.
Di contro però, il mio sguardo si rivolge a quella stragrande maggioranza di persone che professano la fede islamica ma non hanno niente a che vedere col terrorismo e la violenza dei giorni passati. Quelli che oltre alla paura di diventare vittime di un attentato devono anche temere l’ostilità e il sospetto con cui una grande fetta di società non smetterà più di trattarli.
Bisogna anche dire che tutto questo l’Occidente è andato un po’ a cercarselo. Da sempre si è intromesso schierandosi a favore o contro i regnanti di turno di quei Paesi, finanziando e fornendo armi ad organizzazioni estremiste.

Colpo grosso della Basilicata all’Expo. Per valorizzare la terra e la sua gente, la Regione Basilicata in partnership con Matera 2019, Lucana Film Commission , Meet the Media Guru, la collaborazione di APT Basilicata e Palazzo Margherita, nonché con il patrocinio della Città Metropolitana di Milano e il sostegno del Comune di Matera, ha organizzato al Teatro Dal Verme di Milano l’incontro con Francis Ford Coppola, inserito nel palinsesto Expo in città.
All’interno nelle rubriche tra l’altro, trattiamo la proposta di legge presentata dai parlamentari del Pd, che prevede la riduzione delle Regioni italiane da 20 a 12, con la divisione della Basilicata che andrebbe per metà con la Calabria( il Potentino) e per metà con la Puglia (il Materano). Viene trattata la recente nomina di Monsignor Ligorio a nuovo Arcivescovo di Potenza, che prende il posto di Monsignor Agostino Superbo in pensione per i sopraggiunti limiti di età. Segnaliamo poi l’intervista al Dottor Grieco per la Laurea “Honoris Causa” in Economia e Commercio.
Io Sono Lucano, celebra come sempre i lucani famosi e realizzati; meritevoli di questo spazio Mara Sabia con il Premio “Alda Merini” ed i due giovani fratelli lucani Andrea e Gianluigi Guerriero che con MedinAction sono tra le 5 startup finaliste al Premio “Gaetano Marzotto” .
Lo sport, infine, racconta di Venosa – Associazione Arbitri e del nuovo capitolo di Matera calcio, chiamato “era Paladino”.
Auguriamo ai nostri lettori ed a tutti i Lucani ( bravi genti ) i migliori Auguri di Buone Feste!